“Il sostantivo ‘persona’ viene sempre prima dell’aggettivo ‘malata’”

“Il sostantivo ‘persona’ viene sempre prima dell’aggettivo ‘malata’”. Queste le parole del Vescovo Armando martedì 11 febbraio nella Santa Messa con l’Unzione degli Infermi celebrata nella Basilica di San Paterniano in occasione della Giornata del Malato.
“Il Signore – ha sottolineato il Vescovo – rimane sempre fedele al suo amore per noi, non si stanca mai di amarci. E si prende cura di noi, ricoprendo le nostre ferite con la carezza della misericordia. Non si stanca neanche di consolarci. Consolare – ha proseguito il Vescovo – significa rassicurare, incoraggiare qualcuno a rivolgere il suo sguardo oltre le prove contingenti, verso il Signore. Chi si trova nella prova ha bisogno di questa speranza, di questa pace e della consapevolezza che il Signore conosce tutte le nostre difficoltà, che non ci lascia mai soli e che non ci abbandona mai”.
Il Vescovo si è, poi, soffermato sul curare e sul prendersi cura. “E’ necessario personalizzare l’approccio al malato, aggiungendo al curare il prendersi cura, per una guarigione umana integrale. Inoltre – ha evidenziato il Vescovo – accanto al malato c’è una persona che soffre e chiede anch’essa conforto e vicinanza. In tale opera di ristoro verso i fratelli si colloca il servizio degli operatori sanitari, medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo, ausiliari e volontari che con competenza agiscono facendo sentire la presenza di Cristo, che offre consolazione e si fa carico della persona malata curandone le ferite. Ma anche loro sono uomini e donne con le loro fragilità e pure con le loro malattie. Per loro, in modo particolare, vale che ‘una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile a imitazione del Maestro. Cari operatori sanitari, ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione è rivolto alla persona malata dove il sostantivo ‘persona’ viene prima dell’aggettivo ‘malata’”.
Il Vescovo ha, poi, ricordato come la Giornata del Malato ha “lo scopo manifesto di sensibilizzare il popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza; a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale sanitaria; a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato; a richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre”. “La Vergine di Lourdes – ha concluso il Vescovo – conceda consolazione spirituale e la grazia rigeneratrice a quanti, malati o a coloro che se ne prendono cura, la implorano con fede sincera”.