La riflessione di Roberto Regini, direttore Ufficio Scuola diocesano

La scuola, comunità di dialogo

La religione cattolica è materia scolastica al pari delle altre discipline. Lo dovremmo cominciare a sostenere tutti e mi riferisco a tutte le componenti educative della scuola.
E’ una materia per così dire “debole” la cui valutazione non fa media e i docenti di religione sono discriminati rispetto ad altri docenti di altre discipline, ma ho visto ormai, nella mia lunga esperienza, soprattutto oggi, un impegno, una competenza e un’efficacia dell’azione educativa di tutti i nostri insegnanti dall’infanzia alle superiori.

«[…]L’IRC è un’occasione preziosa per approfondire testi ed eventi indispensabili per comprendere la nostra storia e la nostra cultura. La Bibbia, per esempio, sebbene a scuola sia piuttosto trascurata, è il testo che ha influito di più sulla nostra civiltà. La conoscenza delle tre religioni abramitiche è indispensabile per capire le affinità e le differenze tra ebrei, cristiani e musulmani. I grandi valori etico religiosi sono ancora oggi capaci di dare un senso alla vita dell’uomo”(T.Cera) E’ alla base della nostra cultura europea ed italiana che ha influenzato quell’insieme complesso e dinamico che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, la letteratura, la musica ecc.

La religione è parte integrante della cultura di un popolo e l’uomo non può prescindere dal fatto religioso. Questa disciplina insegna che la scuola è un processo educativo e formativo aperto alla ricerca, all’apertura, allo scambio, alla rielaborazione, all’orientamento, all’interpretazione e quindi il fine è l’acquisizione di una consapevolezza critica della lettura della realtà e dei mezzi necessari per poterla trasformare e non subire anche in momenti difficili come gli attuali mettendo a disposizione dei nostri ragazzi strumenti e modalità per affrontare le varie sfide nel campo dell’economia, del diritto o della scienza.
La scuola così diventa comunità di dialogo, di ricerca di esperienza sociale volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni È altresì vero, e dunque da segnalare, che studiare religione a scuola non significa essere credenti, ma indica la volontà di avere una visione più completa del mondo; infatti, in quasi tutte le società l’aspetto religioso ha ricoperto (e ricopre) un ruolo di primaria importanza.
«Il compito dell’insegnante di religione», «è quello di presentare i grandi valori del cristianesimo e delle altre religioni nel quadro delle finalità della scuola[…]».
L’ora di Religione non è catechismo o peggio indottrinamento. Ha invece, o dovrebbe avere, un taglio culturale e per questo è aperta a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Permette di capire le grandi opere della letteratura e dell’arte ma soprattutto insegna ad apprezzare i grandi valori che garantiscono la convivenza sociale, alcuni dei quali sono confluiti nella nostra Costituzione.