“Aderire ad una proposta per essere discepoli missionari”

La sera del 7 dicembre il Vescovo che ha presieduto, nella chiesa di San Tommaso di Fano un momento di preghiera organizzato dall’Azione Cattolica diocesana in vista della Festa dell’adesione dell’8 dicembre che si svolge in ogni parrocchia. L’Associazione ha appena celebrato i 150 anni dalla sua nascita, e nel suo nuovo anno associativo, sullo sfondo del brano di Gesù ospite a casa di Marta e Maria, sarà guidata dal verbo “generare”.
Una serata semplice e intensa, nella disponibilità ad aderire ad una proposta per essere discepoli missionari, e nell’impegno a scavare e curare la radice profonda del legame con il Signore nella vita. Una radice nella fede da alimentare nel Signore, e anche nell’ascolto di chi ci preceduti in questa storia di santità. Così è stata data voce a suor Federica, delle Missionarie di Gesù Eucaristia per il racconto di un incontro nei volti di due donne, Armida Barelli e Maria Pia Benati. Due giovani che si sono riconosciute nel desiderio di diffondere, far conoscere, amare e seguire il Signore nella vita quotidiana delle persone. Prima entrambe con un impegno nella Gioventù Femminile, poi per Maria Pia con una consacrazione e la nascita di un Istituto religioso con il “carisma” del sociale insieme a quello della diffusione della conoscenza e l’amore a Gesù Eucaristia.
Un impegno che necessita di con un abito con trame robuste, per stare nel mondo nel luogo degli ultimi, e alla costante presenza di Gesù Eucaristia. Altra voce, attraverso un suo messaggio scritto è stata quella di Giuseppe Alimenti, un  anziano presidente dell’Azione Cattolica di Pergola. Commoventi, sagge e profonde le sue parole, che hanno toccato anche i più giovani: l’Azione Cattolica come un “integratore” della propria fede personale, che l’ha aiutato ad ampliare la prospettiva per provare a diffondere la fede, ha fatto “bene” alla propria vita; invita ad aggiornare, approfondire e conoscere meglio la Parola di Dio, per poi compiere le opere; una stampella laica nella Chiesa.
Al termine, il gesto di prendere ciascuno dei semi come impegno a “generare”,  faceva eco anche alle parole di V. Bachelet: “Nel momento in cui l’aratro della storia scavava a fondo rivoltando profondamente le zolle della realtà sociale italiana che cosa era importante? Era importante gettare seme buono, seme valido”.