Chi opera il male chiude gli occhi alla luce. AUDIO

QuaresimaleLa lunga notte dell’uomo, intesa come duello fra luce e tenebre, è tappa obbligata dell’esperienza di fede di ciascuno. Ma è proprio in questo momento di apparente assenza di luce che si è chiamati ad aderire con ancora più disponibilità alla chiamata di amore che Dio ci rivolge; la stessa notte in cui Gesù ha accettato la sconfitta della morte, ricompensata dal vittoria della risurrezione.

Da questo tema, emerso dalla lettura del Vangelo di Giovanni 3,14-21, il vescovo Armando ha guidato i fedeli presenti al Quaresimale di lunedì 16 marzo a Fano, in un viaggio alla riscoperta dell’enorme proposta di amore che ci viene da Dio e che sta a ognuno di noi scegliere se accogliere come modello per la propria vita. Un percorso che presuppone due verbi, più volte ripetuti nel brano: il primo è credere, ovvero accettare e vivere la Croce di Gesù; il secondo è giudicare, cioè capire che Gesù non è venuto per misurarci, ma siamo noi stessi a costruire giorno per giorno il nostro giudizio di tenebra o luce. Si legge proprio negli ultimi due versetti: «Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte da Dio».

«Gesù si dimostra un profondo conoscitore del cuore dell’uomo – ha commentato il Vescovo – e sa perfettamente che chi opera il male chiude gli occhi alla luce. L’agire condiziona il comprendere. Ecco dunque che la “verità” di cui Gesù parla non è un complesso di idee da imparare, ma un progetto di vita da costruire». Tramite l’episodio di Nicodemo, Gesù invita a mettersi in discussione, in modo da passare attraverso un’esperienza rigeneratrice che viene dall’alto, dallo Spirito, per poter scorgere il regno di Dio. Dunque salvezza e condanna compongono entrambe la stessa realtà e diventano rispettivamente frutto dell’atteggiamento di accoglienza o di rifiuto del Figlio del Padre, della sua Parola e della sua rivelazione di vita donata.

Questo processo di dura accettazione, che vede al suo culmine il passaggio per la Croce, rappresenta la prova per eccellenza di ogni credente. La scelta se conformarsi o meno alla volontà del Padre non è più scontata. Ecco quindi che arriva la notte della fede, di cui dovremmo avere paura; ma esiste anche una notte che fa chiarezza, come per Nicodemo, in cui si percepisce la rara opportunità di mettersi a nudo, di comprendersi, di amare e amarsi in modo irrevocabile, definitivo, per sempre: questo è l’amore di Dio che non si consuma, ma si dona totalmente. L’amore suscita la vita, anche se proprio dove esso appare sconfitto, sulla Croce, invece si trasforma nel vittorioso segno di una vita nuova. Un amore suggerito e mai imposto, per far comprendere come Dio ami l’uomo fino a lasciarlo libero di allontanarsi da lui, quasi a voler rimarcare che non esiste amore vero senza piena libertà.

Matteo Itri

testo guida Quarto Quaresimale

audio integrale del Quarto Quaresimale