Consiglio Pastorale Diocesano a Smirra

 A tutti i membri del Consiglio Pastorale Diocesano

                                                           A tutti i delegati del Convegno Ecclesiale

                                                              Marchigiano  di Loreto 2013

                                                            

                                                              LORO SEDI

Fano, 2 ottobre 2014

Carissimi

È tempo di riprendere le fila del cammino intrapreso con il Consiglio Pastorale e non disperdere il prezioso momento vissuto a Loreto con il Convegno Ecclesiale Marchigiano nell’ottobre 2013, per permettere di maturare ed espandere le intuizioni, gli spunti e le urgenze individuate, anche alla luce dell’esortazione di Papa Francesco Evangelii gaudium.

Sulla scia di importanti appuntamenti ecclesiali che stanno segnando la vita della Chiesa – il sinodo straordinario che si sta per aprire e il sinodo generale del 2015, entrambi centrati sul tema della famiglia – e per continuare il percorso già iniziato, la pastorale della nostra diocesi proseguirà anche quest’anno nel valorizzare la famiglia come centro unificatore della propria attività.

Abbiamo comunque l’urgenza di continuare ad essere interpellati e farci coinvolgere in quella pastorale in conversione sognata da Papa Francesco fondata su “una scelta missionaria capace di tra­sformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura eccle­siale diventino un canale adeguato per l’evange­lizzazione del mondo attuale, più che per l’au­topreservazione” (E.G. n. 27).

Alcune priorità e alcuni nodi su cui porre l’attenzione in maniera specifica sono stati evidenziati nella sintesi che i delegati della nostra diocesi, negli incontri che sono seguiti del Convegno Ecclesiale di Loreto, hanno svolto e che sono stati presentati nel consiglio pastorale di marzo scorso e dagli spunti emersi nell’assemblea diocesana di maggio. Si tratta ora di approfondirli e farli diventare uno stile, una prospettiva capace di caratterizzare sempre più la vita delle nostre parrocchie.

Perché questo percorso coinvolga sempre più tutta la nostra Chiesa diocesana, e in vista dell’incontro che si terrà a Loreto la giornata del 18 ottobre [1], ci ritroveremo insieme in un’assemblea allargata, membri del Consiglio Pastorale e delegati che hanno parteciperanno al Convegno ecclesiale marchigiano

 

MERCOLEDÌ 15 0TT0BRE alle ore 19.00

Presso la parrocchia di Smirra di Cagli

Ordine del giorno:

  1. Invocazione allo Spirito.
  2. Approvazione del Verbale della seduta del Consiglio del 18 giugno 2014. [2]
  3. Lo stile missionario a cui ci invita l’Evangelii gaudium
  4. Lavoro a gruppi [3]
  5. Preghiera

Al termine, verso le 21.00, è prevista una cena frugale insieme.

Nell’accingerci a vivere il mese di ottobre che rappresenta un’importante occasione di preghiera e riflessione sui temi della vocazione missionaria di ogni cristiano, anche questo nostro convenire ci aiuti a ricordare che “l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti.” (E.G. n. 31).

 

 

 

 

 

 

 

 

Sintesi dell’ambito 1 – “Vivere e trasmettere la fede oggi: essere chiesa in ascolto, aperta al dono di Dio e ai doni dei fratelli

La parola chiave dei lavori è stata sicuramente quella dell’”Ascolto” vissuto in tutte le varie sfaccettature e atteggiamenti possibili al fine di darne senso concreto e non solo descrizione generica. L’ascolto è una dimensione fondante l’essenza stessa della Chiesa, propedeutico a qualsiasi azione o intervento si volesse porre in essere da parte dei cristiani nelle vicende della storia. L’indicazione è quella di una chiesa in ascolto innanzitutto del suo Signore attraverso la Parola e la celebrazione eucaristica, ma anche di una Chiesa che si ascolta al suo interno valorizzando i tanti protagonisti della sua storia, anche i più piccoli. Una chiesa che sappia “fare silenzio” per ascoltare le voci più flebili e lontane e che non imponga “verità” calate dall’alto senza condividere i volti dei lontani e ascoltarne la voce. Una Chiesa che affronti, in profondo ascolto della Parola di Dio, le sue lacerazioni interne anche tra confessioni cristiane momentaneamente separate. Una Chiesa capace di farsi vicina alle realtà più lontane mettendole in grado di parlare, di raccontarsi, di rappresentare le proprie domande. Una chiesa che si presenti fisicamente in posizione di ascolto, che si proponga come luogo “comunitario” di ascolto evitando deleghe in tal senso ai professionisti dell’ascolto, che sappia accorgersi delle persone che incontra nel suo cammino e si faccia compagna del loro desiderio di essere ascoltate.

Le nostre chiese – ci ricordava mons. Conti – sono chiamate alla custodia della Parola mediante l’ascolto e alla conseguente custodia dell’arte del discernimento (capacità di scrutare i segni dei tempi) e alla custodia della preghiera. I laici devono diventare esperti nel collegare la Parola ascoltata e celebrata con la storia che viviamo. Chiedere loro questo esercizio significa dare qualità al loro lavoro e offrire loro identità come organismi di partecipazione.

Vengono di seguito riportate le parti della EG nelle quali si sente con particolare chiarezza e con ulteriore forza la presenza di tali indicazioni che vengono poste alla discussione dei laboratori diocesani che verranno chiamati a lavorare durante il seminario del 18 ottobre:

Conclusioni dei laboratori Riferimenti alla Evangelii Gaudium Possibili sintesi operative
Laboratorio 1. Testimoni del dono della vita… Immergersi nella vita della gente, andare nei luoghi della gente, nell’ordinarietà, imbastire relazioni, cercare occasioni di condivisione, visitare le persone là dove vivono, creare luoghi di ascolto e di incontro, la parrocchia luogo di ascolto, curare la formazione di chi ascolta …… Dio conta le lacrime delle donne. Il che significa che Egli ha grande considerazione per il dolore morale, emotivo e biologico legato alla trasmissione della vita: una vocazione che introduce la donna nella sfera della sacralità che appartiene a Dio … (Mons Conti

 

  1. 28: “la parrocchia è presenza ecclesiale, ambito dell’ascolto della parola e della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa …
  2. 76: “Bisogna creare spazi adatti a motivare e risanare gli operatori pastorali, luoghi in cui rigenerare la propria fede in Gesù …. in cui condividere le proprie domande più profonde e le preoccupazioni del quotidiano, in cui discernere in profondità con criteri evangelici sulla propria esistenza ed esperienza al fine di orientare al bene e al bello le proprie scelte individuali e sociali…”
  3. 24: “Chiesa in uscita; comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa … andare incontro, cercare i lontano e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi … accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo … la comunità evangelizzatrice si dispone ad accompagnare …
  4. 103: “… Dio riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società … ad esempio la speciale attenzione femminile verso gli altri … vedo con piacere come molte donne condividono responsabilità pastorali insieme con i sacerdoti, danno il loro contributo per l’accompagnamento di persone, di famiglie o di gruppi ed offrono nuovi apporti alla riflessione teologica .. ma c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella chiesa;
  5. 104: “… il sacerdozio riservato agli uomini come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’eucarestia è una questione che non si pone in discussione … “

 

  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Sviluppare percorsi di educazione alla affettività, alla corporeità e alla sessualità nelle varie età;
  • Sviluppare una autentica cultura della vita;
  • Avvicinare alla Parola di Dio
  • Restituire in pienezza e dignità la vocazione della donna; lavorare per una seria custodia della donna e del ministero che abita in lei (mons. Conti)
Laboratorio 2. Dio si comunica a noi, ci parla.… discernere i percorsi di ascolto della Parola di Dio.. collegandoli alla testimonianza di vita di colui che annuncia.. crescere nel rapporto tra preti e laici.. stretto collegamento tra Parola ed eucarestia.. mettere in mano la Bibbia e leggerla comunitariamente … accompagnare nell’ascolto … andare incontro a chi non varca la soglia delle nostre parrocchie  e accorgersi di chi ha fame della Parola di Dio … fare dialogo e non proselitismo … pregare la Parola.. carità come ascolto di Dio… maggiore cura del ministero omiletico non solo come preparazione personale del sacerdote, ma come esperienza di condivisione della risonanza con i laici e che prenda in esame anche i vari segni litirgici… Va promossa la lectio divina liturgica come lettura spirituale delle Scritture nutrita però delle preghiere proprie di una determinata celebrazione proposte dal messale .. di grande importanza sono anche i segni dell’azione liturgica … (Mons. Conti)

 

  1. 142; “ Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità.. la predicazione puramente moralista o indottrinante ed anche quella che si trasforma in lezione di esegesi riducono questa comunicazione tra i cuori

143: “Il predicatore ha la bellissima missione di unire i cuori che si amano, quello del Signore e quelli del suo popolo … La parola è essenzialmente mediatrice e richiede non solo i due dialoganti, ma anche un predicatore che la rappresenti come tale convinto che non annunciamo noi stessi, ma Cristo Signore…”

  1. 146: “… prestare attenzione al testo biblico che deve essere il fondamento della predicazione … soffermarsi a studiarla con la massima attenzione … abbandonare ogni ansietà e dare tempo, interesse e dedizione gratuita … mettere da parte qualsiasi preoccupazione … grande familiarità personale con la Parola di Dio … accostare la Parola con cuore docile e orante …
  2. 150: “ Chiunque voglia predicare prima deve essere disposto a lasciarsi commuovere dalla Parola e a farla diventare carne nella sua esistenza concreta …
  3. 151: “ … se non dedica un tempo per pregare con la Parola allora sarà un falso profeta, un truffatore o un vuoto ciarlatano
  4. 153: “ … Signore, cosa dice a me questo testo, che cosa vuoi cambiare della mia vita con questo messaggio? Che cosa mi da fastidio in questo testo? Perché questo non mi interessa?
  5. 154: “Il predicatore deve porsi in ascolto del popolo per scoprire quello che i fedeli hanno bisogno di sentirsi dire … Si tratta di collegare il messaggio del testo biblico con una situazione umana … con una esperienza che ha bisogno della luce della Parola …
  6. 164: “La centralità del Kerygma richiede che l’annuncio esprima prima l’amore salvifico e poi l’obbligazione morale e religiosa …”
  7. 169: “Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità …
  8. 170: “l’accompagnamento spirituale deve condurre sempre più verso Dio
  9. 171: “… abbiamo bisogno di uomini e donne che conoscano … … la capacità di comprensione, l’arte di aspettare, la docilità dello spirito … a partire da un ascolto rispettoso e capace di compatire”
  10. 173: “Tutto questo si differenzia chiaramente da qualsiasi tipo di accompagnamento intimista, di autorealizzazione isolata …

 

  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Favorire momenti di incontro con il libro sacro evitando fondamentalismi o rapide fughe attualizzanti;
  • Promuovere o sostenere esperienze di catechesi biblica settimanale purché attente alla vita delle persone in gruppi di ascolto biblico;
  • Rilanciare un dialogo attento tra bibbia e cultura (cattedra del dialogo, cattedra dei non credenti, cortile dei gentili) nelle nostre realtà;
  • Educare i cristiani ad una lettura orante della Parola attraverso le scuole di preghiera aperte a laici e giovani;
  • Portare al centro del dialogo ecumenico la Parola di Dio favorendo esperienze di confronto biblico a distanza nell’ambito dei gemellaggi ecumenici
  • Curare meglio l’omelia visto che l’eucarestia è il contesto privilegiato in cui la Parola risuona e in cui il Signore stesso parla
  • Consigli pastorali e diocesani come luogo di lettura dei segni dei tempi alla luce dell’ascolto della Parola;
  • Curare la ministerialità valorizzando i laici
  • Fare in modo che ogni fedele possieda personalmente la Bibbia;
  • Mettere in rete buone prassi di annuncio della Parola;
  • Promuovere e sostenere la figura dell’animatore biblico
  • Valorizzare la liturgia della parola nella Liturgia
Laboratorio 3. La grazia dell’eucarestia… ripartire da Vangelo per cogliere il valore della liturgia … curare la ministerialità valorizzando i laici … esperienza del catecumenato … cura delle omelie …… La messa non è un culto da rendere a Dio, ma la partecipazione ad un incontro d’amore in cui Dio si dona all’uomo … è necessario ripartire dal primo annuncio della fede e del suo significato nella vita umana … (mons Conti)

 

  1. 166; “… iniziazione mistagogica significa la necessaria progressività dell’esperienza formativa in cui interviene tutta la comunità ad una rinnovata valorizzazione dei segni liturgici dell’iniziazione cristiana …”
  2. 137: “ … la proclamazione liturgica della Parola di Dio, soprattutto nel contesto dell’assemblea eucaristica, non è tanto un momento di meditazione e di catechesi, ma è dialogo di Dio col suo popolo …
  3. 119: “I in tutti i battezzati … opera la forza santificatrice dello Spirito che spinge ad evangelizzare … Dio dota la totalità dei fedeli di un istinto della fede …
  4. 120: “In virtù del battesimo ricevuto ogni membro del popolo di Dio è diventato discepolo missionario … ciascun battezzato è un soggetto attivo di evangelizzazione … la nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati …

 

  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Esperienza del catecumenato degli adulti come percorso verso il pieno senso del celebrare – maggiore presenza ed attività degli uffici liturgici delle diocesi

 

Laboratorio 4. La grazia dei sacramenti… riscoprire la bellezza dell’appartenenza ecclesiale … i sacramenti nella fede e non della fede … i catechisti sembrano controllati dai pastori pur essendo ben preparati … ci vuole pazienza per formarsi …… i sacramenti sono sacramenti della vita della fede eppure sembra che questa manchi. I sacramenti devono suscitarla, ma allo stesso tempo nascono dalla fede altrimenti si rischia di sacramentalizzare tutto, ma la persona continua a vivere senza fede né ha fede nel sacramento che riceve … (Mons. Conti)

 

  1. 130: “Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armoniosamente nella vita del popolo santo … quanto più un carisma volgerà il suo sguardo al cuore del Vangelo tanto più il suo esercizio sarà ecclesiale …
  2. 131: “La diversità deve essere sempre riconciliata con l’aiuto dello Spirito Santo; solo lui può suscitare la diversità … e al tempo stesso realizzare l’unità

 

  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Che fare nel post sacramento? Ripartire dalla famiglia, ripartire dalla catechesi degli adulti, dalla ricostituzione della comunità ponendo in risalto la ministerialità del matrimonio, degli sposi. Favorire la nascita di organismi di comunione e di partecipazione del territorio … (mons. Conti)

 

Laboratorio 5. Una pastorale centrata sul dinamismo integrale della fede… Irrinunciabilità del valore della dimensione comunitaria parrocchiale … la comunità presuppone una comunione che non ha una accezione sociologica; la comunione è generata da Cristo … E’ importante non svuotare il senso della parrocchia facendola diventare luogo in cui le attività sono appaltate a quel movimento o a quella associazione … la parrocchia, inserita nella realtà diocesana deve essere il luogo nel quale si elabora un progetto formativo … ponendosi in ascolto attento della realtà territoriale sociale ed ecclesiale … Occorre riportare al centro della vita comunitaria parrocchiale l’ascolto della Parola di Dio in ogni parrocchia anche in preparazione della celebrazione dell’eucarestia … essere in ascolto vuol dire avere una pastorale estroversa, preoccuparsi delle periferie dove vive l’uomo, ripensare una capacità missionaria che sembra perduta: non devo portare persone in parrocchia, ma portare Dio nella vita delle persone … la chiesa non fa proseliti ma evangelizza per attrazione
  1. 14: “La chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione”
  2. 27: “… ogni struttura ecclesiale deve diventare un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione … sogno una pastorale ordinaria espansiva che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di uscita …
  3. 28: “ … la parrocchia non è una struttura caduca … se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente
  4. 30: “ … la parrocchia è la chiesa incarnata in uno spazio determinato, provvista di tutti i mezzi di salvezza donati da Cristo, però con un volto locale … “
  5. 42: “ … ogni insegnamento della dottrina deve situarsi nell’atteggiamento evangelizzatore che risvegli l’adesione del cuore con la vicinanza, l’amore e la testimonianza … “
  6. 65: “… se la nostra gente non sperimenta la propria appartenenza alla Chiesa, ciò si deve ad un clima poco accogliente in alcune nostre parrocchie e comunità … in molte parti c’è un predominio dell’aspetto amministrativo su quello pastorale … una sacramentalizzazione senza altre forme di evangelizzazione … “
  7. 154: “ … si tratta di collegare il messaggio del testo biblico con una situazione umana, con qualcosa che essi vivono, con un’esperienza che ha bisogno della luce della Parola … “;
  8. 174: “ Bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola. La chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. E’ indispensabile che la Parola di Dio diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale
  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Lasciare le chiese aperte anche in orari non tradizionalmente consueti
Laboratorio 6. Il tesoro della preghiera… maggiore ricerca di preghiera, nascita di gruppi di preghiera, cura per l’adorazione eucaristica, iniziazione alla preghiera grazie ad esperienze particolari come pellegrinaggi a Medjugorie … necessità di una maggiore ecclesialità di alcune di queste esperienze caratterizzate invece da una sostanziale fatica di integrazione con la vita delle chiese locali e delle comunità parrocchiali … maggiore integrazione dei carismi: parrocchie e santuari; movimenti e parrocchie; parrocchie e religiosi … rievangelizzazione della tradizione: necessità di rinnovare il linguaggio mantenendo fermo lo Spirito.… primato della preghiera a fondamento dell’agire pastorale … fatica nel vivere il silenzio nella preghiera. Le nostre chiese sono chiamate alla custodia della preghiera come desiderio di Dio  (Mons. Conti)
  1. 73: “ … Una cultura inedita palpita e si progetta nelle città .. ciò richiede di immaginare spazi di preghiera e di comunione con caratteristiche innovative, più attraenti e significative per le popolazioni urbane … “
  2. 89 “ Il ritorno al sacro e la ricerca spirituale che caratterizzano la nostra epoca sono fenomeni ambigui. Ma più dell’ateismo oggi abbiamo di fronte la sfida di rispondere adeguatamente alla sete di Dio di molta gente perché non cerchino di spegnerlo con proposte alienanti o con un Gesù Cristo senza carne e senza impegno con l’altro … ;
  3. 92 “… fraternità mistica contemplativa che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all’amore di Dio .. i discepoli del Signore sono chiamati a vivere come comunità che sia sale della terra e lluce del mondo. Sono chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova .. “;
  4. 281: “.. C’è una forma di preghiera che cui stimola particolarmente a spenderci nell’evangelizzazione e ci motiva a cercare il bene degli altri: è l’intercessione .. “
  • Creare nuovi luoghi di ascolto per nuovi tipi di ascolto;
  • Diffondere gruppi che ascoltano la Parola nel contesto della liturgia domenicale coniugando in tal senso ascolto della parola e della Liturgia
  • Creare una commissione formata da laici, vescovi, sacerdoti e religiosi che lavori per mettere assieme la varie indicazioni pervenute dai laboratori partendo dalla valorizzazione di momenti intensi di preghiera e ascolto

Sintesi dell’Ambito 2 – “ Vivere e trasmettere la fede oggi:  essere Chiesa madre, capace di generare alla fede”

Parola chiave riepilogativa dell’ambito 2: Formazione

Abbiamo organizzato con i facilitatori dei Laboratori del secondo ambito  presenti all’incontro di Loreto del 6.09.14 la sintesi sui 4 temi principali in parole chiave specifiche distinte all’interno di ognuno dei 4 temi  nella prima sezione di analisi della situazione e nella conseguente sezione di proposte. Per ognuno dei 4 temi abbiamo cercato di individuare  dei riferimenti all’interno della Evangelii Gaudium, in un caso anche trovando connessioni con il documento CEI”Incontriamo Gesù, dando ad ogni paragrafo citato dei piccoli titoli orientativi. Vi chiediamo di leggere il risultato che ne è emerso proponendo eventuali integrazioni, ove riteniate  necessario.

Convegno Ecclesiale Marchigiano Evangelii Gaudium (EG) e Incontriamo Gesù (IG)
  1. Una Chiesa con uno stile di accoglienza e di corresponsabilità

1.1 Analisi:

  • Centralità della persona;
  • Comunità Cristiana come soggetto che genera alla fede;
  • Condivisione;
  • Periferie esistenziali dei giovani, degli adulti e fragilità

 

1.2 Proposte:

  1. Prima evangelizzazione;
  2. Percorsi di formazione permanenti e diversificati;
  3. c) Accompagnamento personale alla fede

 

EG:n.27 La scelta missionaria nel mondo attuale n.28. La parrocchian.30 Discernimento, purificazione, riforme

n.47 Una Chiesa con le porte aperte

n.88 La rivoluzione della tenerezza

n.104 La Sinodalità

n.114 Chiesa luogo di misericordia

n.119-120 Il battezzato soggetto della nuova evangelizzazione

 

 

  1. I cammini formativi

2.1 Analisi:

  • frammentarietà delle proposte;
  • discontinuità dei cammini;
  • complessità dei linguaggi,
  • attenzione ai tempi della vita e ai contesti

2.2 Proposte:

  1. a) cammini formativi lungo tutto l’arco di vita;
  2. b) indicazioni progettuali comuni;
  3. c) sinergie tra parrocchie, Associazioni, Movimenti e  uffici  pastorali;
  4. d) vocazione come dimensione integrante i cammini formativi;
  5. e) catechesi mistagogica ed Eucarestia

 

EG:n.163-168 Una Catechesi Kerygmatica e mistagogican.169-173 L’accompagnamento personale

n.223 Iniziare processi più che possedere spazi

  1. La formazione dei catechisti e degli educatori/accompagnatori

3.1 Analisi:

Centralità della Parola;

Conoscenza del Magistero;

Conoscenza delle buone prassi.

3.2 Proposte:

  1. a) Competenze del catechista;
  2. b) Formazione catechisti;
  3. c) Lavoro di Equipe e sinergie con istituzioni culturali e formative

 

IG:n.79-95 La formazione dei catechisti
  1. Condivisione delle proposte e delle esperienze

4.1 Analisi:

Conoscenza delle proposte e delle esperienze  nel territorio, dei referenti e degli strumenti regionali

 

4.2. Proposte

  1. ricognizione permanente delle esperienze nelle diocesi

 

 

 

 

Sintesi ambito 3 – “Essere Chiesa famiglia, accogliente e premurosa verso tutti”

  • Parrocchia-comunità:

Il Convegno Ecclesiale di Loreto ha definito la parrocchia come “famiglia di famiglie”. Papa Francesco definisce la parrocchia “comunità di comunità” ad indicare che non debbono essere grandi strutture anonime, ma comunione di realtà diversificate e vive, dove si sperimentano rapporti ravvicinati, si condivide il quotidiano di un territorio, la ricerca di fede, si vive la fraternità. Una realtà che non si identifica solo nei ruoli, nelle strutture, nelle proposte, ma un luogo caldo dove ciascuno possa arrivare, fermarsi, risanarsi, rinvigorsi, rimanere o ripartire.

Tutto questo ci pone il grosso snodo di come nasce, cresce e vive una comunità oggi. Essa è solo la somma delle famiglie e delle persone presenti su un territorio o qualcosa di più?

  • Comunità-credente:

Un tempo si nasceva dentro alla Comunità e questa ci accompagnava giorno dopo giorno all’incontro con il Signore. Oggi le persone incontrano il Risorto in molteplici esperienze fuori dalla comunità (GMG, santuari, esperienze forti di preghiera, etc) e di questa molti si sentono orfani. Sappiamo, però, che vivere la propria fede fuori dall’esperienza della comunità è molto difficile, doloroso ed anche rischioso

Tutto questo ci pone il grosso snodo di come una comunità possa essere madre di tutti, attirando a sé anche i figli nati oltre il suo grembo materno

  • Comunità-stile di vita:

E’ la vita stessa della comunità il primo ambito educativo per un credente. Solo una comunità che ha un grande respiro, la capacità di accogliere ciascuno nella sua fragile umanità, il coraggio di osare, la speranza nel futuro, l’amore incondizionato verso tutti è anche capace di essere “chiesa in uscita.

Tutto questo ci pone il grosso snodo della “qualità” di vita delle nostre comunità, dello stile con cui la comunità vive la sua quotidianità, il suo essere famiglia.

  • Comunità-misericordia:

Ci ricorda Papa Francesco che la misericordia è la più grande di tutte le virtù: ha la precedenza. La misericordia può sanare le persone, le famiglie, può far diventare un dono la diversità e perdono gli errori. La misericordia può generare una comunità sana e coraggiosa nell’osare le tante possibili strade della missione.

Il grande snodo è come fare della misericordia la prima virtù che anima le nostre comunità

  • Comunità-periferie della vita:

Una comunità con uno stile di famiglia, di essenzialità, di misericordi,a è capace di accompagnare le persone, non solo nella crescita umana e spirituale, ma anche in quelle periferie della vita difficili da attraversare come il dolore, la malattia e la morte.

Lo snodo allora è se e come le nostre comunità si fanno prossimo a quanti vivono in queste terribili periferie’

  • Comunità-sogno missionario:

Una comunità non è tale se non ha in cuore un grande sogno missionario: andare a tutti. E’ il sogno stesso di Dio che nella comunità prende forma nell’accoglienza ed in progetti pastorali condivisi e aperti a tutti gli uomini e donne di buona volontà. A volte fuori dai reciti delle nostre comunità precisine e pulitine c’è una moltitudine affamata e sporca che ha provato su di se le tribolazioni ed i limiti della vita.

Lo snodo è quale comunità può farsi prossimo a tante gente che vive le periferie sociali ed esistenziali della vita. C’è un vero sogno missionario nel cuore delle nostre comunità?

 

 

Sintesi ambito 4 – “Vivere e trasmettere la fede oggi: essere chiesa in missione, presente nel territorio e in dialogo con le culture e con le religioni”

  • Nelle tematiche proprie del quarto ambito la parola chiave che può ben rappresentare tutte le idee emerse l’abbiamo individuata nel LINGUAGGIO dei cristiani che si deve rapportare con la sensibilità delle persone ed i linguaggi del mondo. l’Evangelizzazione non può essere allora solo annuncio a senso unico, ma ascolto e condivisione delle ansie, gioie, preoccupazioni delle persone,e del mondo che ci circonda. Questo stile richiama il dialogo aperto con tutti anche nella prospettiva della intercultura e delle relazioni con tutte le comunità etniche; richiama inoltre l’uso appropriato dei moderni strumenti mediatici. L’efficacia del linguaggio dipende poi dal metodo che viene usato nelle relazioni e che non può prescindere dal richiamo alla Ragione rapportata alla Fede ed alla Vita concreta di ogni giorno. E’ essenzialmente uno “starci nel mondo”, usando tutte le leve positive che la modernità ci sta offrendo, compresa quella digitale. Su questa premessa il collegamento con la EG lo troviamo nei punti. 87-89 “si alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo” ed al punto 146sul “culto della verità”.
  • Va dato peso e valore ai cristiani testimoni, credenti e credibili, appassionati che “stanno” nel mondo e lottano in mezzo agli altri, testimoniando con la vita la loro fede in Cristo. La gratuità e la fraternità sono le loro carte di presentazione,generando reazioni positive e favorendo quel principio espresso da Papa Francesco “l’unità prevale sul conflitto”. Riprendere l’EG ai punti226-230
  • Il valore della Comunità deve prevalere sul peso del singolo, generando un sistema di relazioni che si mettono in Rete, per una pastorale di ambiente, trasversale e capace di coinvolgere, più che dividere o isolare. Questo è confronto, ascolto, discernimento, elaborazione, progetti da mettere in campo. Parlare di LAVORO, CITTADINANZA ATTIVA E RESPONSABLE, USO DI MEZZI MEDIATICI, AGENZIE EDUCATIVE, VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARISTICO RELIGIOSO, ECUMENISMO E DIALOGO (sono stati questi i temi dei sei laboratori) vuol dire appunto dare peso alla questione sociale che se non entra nell’evangelizzazione, questa è segno di un cristianesimo privatistico, astratta e spiritualista, non efficace, proprio perché non arriva nelle periferie dei cuori. Fare riferimento all’EG ai punti 176-79.
  • Va dato risalto alla Spiritualità e alla prassi ecumenica del dialogo interreligioso ed ai momenti di comunione che da tempo nelle Marche le diverse Chiese stanno portando avanti. Nello stesso convegno del novembre 2013 si è avuta prova tangibile che sono una ricchezza che va conosciuta da tutta la comunità cristiana per fare passi concreti di superamento delle barriere che dividono i cristiani fratelli, ma ancor oggi separati.
  • Sui temi del Lavoro e del dramma che oggi questo rappresenta per una disoccupazione dilagante che non si sta arginando e sul tema della Partecipazione alla vita politica si fa un richiamo a tutte le comunità cristiane delle Marche di riprendere i temi presentati dalla DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA e farli diventare parte del programma di formazione nella catechesi dei giovani e degli adulti. Vanno poi riprese le iniziative di Formazione sociopolitica e vanno diffuse le esperienze che sono nate da anni sul fronte del Terzo Settore no profit, delle Imprese sociali e delle cooperative che stanno dando risposte positive sul fronte dell’occupazione, proprio in un tempo in cui c’è il deserto delle imprese manifatturiere storiche che, seguendo il filone della speculazione finanziaria e non della produzione reale, hanno creato cimiteri di capannoni e file di disoccupati.
  • I temi del quarto ambito sono temi che in una sola parola stanno nella SFIDA EDUCATIVA e che impongono alle nostre Chiese locali una iniziativa forte dei cristiani i quali devono impegnarsi per un’azione traversale unendo tutte le forze per:

         – INTRAPRENDERE (lavoro) nuove forme di lavoro e reinventarselo;

         – Costruire CRISTIANI E CITTADINI DEL MONDO (politica);

         – Valorizzare sia tutti gli STRUMENTI MEDIATICI moderni per una comunicazione che generi vero DIALOGO TRA LE PERSONE;

      – ESSERE CRISTIANI CULTURALEMENTE E SPIRITUALMENTE PREPARATI E CAPACI DI DIALOGARE E TESTIMONIARE (agenzie educative e mezzi di comunicazione);

         – VALORIZZARE I BENI ARTISTICI RELIGIOSI in modo da creare anche con questi strumenti occasioni per avvicinare alla fede (arte e beni artistici religiosi);

         – Fare tesoro della DIVERSITA’ MULTIETNICA E RELIGIOSA per generare fratellanza e solidarietà (ecumenismo e dialogo).

Collegarsi con l’EG ai punti 192,196 e 231-233

    

 

 

La lettera ci è stata mandata dal Servizio Regionale per l’attuazione del Convegno

e ci suggerisce di prepararci insieme, delegati e consiglieri,

al prossimo appuntamento della chiesa marchigiana,

 

sabato 18 ottobre 2014

presso il Centro Giovanni Paolo II di Loreto.

 

Avrà come titolo “Alzati e va’. Una Chiesa in uscita” e come finalità quella di restituire alle diocesi alcuni punti chiave del Convegno emersi dai 24 laboratori messi in stretto rapporto con l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco promulgata nello stesso giorno in cui il nostro convegno si concludeva.

Invitati all’incontro saranno tutti i delegati che hanno preso parte al Convegno Ecclesiale di novembre.

 

 

Il programma di massima

 

Ore 9,30          Preghiera

Ore 9,50          I coordinatori dei quattro Ambiti restituiscono alle 13 diocesi quanto emerso nel post convegno mettendo la sintesi dei 24 laboratori in relazione all’Evangelii Gaudium

Ore 10,30        don Paolo Asolan offrirà delle “chiavi” di attraversamento ragionate e mirate dell’Evangelii Gaudium in relazione a quanto emerso nei nostri laboratori.

Sarà anche l’introduzione ai laboratori

Ore 11,00        Laboratori divisi per le 13 diocesi guidati dai Vicari pastorali che continueranno ad approfondire le assonanze tra il nostro convegno e l’Evangelii Gaudium collegandole al proprio territorio e al piano pastorale diocesano

Ore 13,30        Pranzo

Ore 14,45        Resoconto delle tredici diocesi (3/5 minuti per diocesi)

Ore 15,45        Relazione di don Paolo Asolan sulle prospettive aperte per il lavoro pastorale nelle nostre diocesi: metodo e contenuti

Ore 16,45        Presentazione del coordinamento pastorale per l’attuazione del convegno e i passi successivi che ci attendono

Ore 17,15        Conclusione

 

 

[1] Si allega il programma del 18 ottobre 2014 a Loreto

[2] Si allega il verbale del Consiglio del 18 giugno 2014. Si prega di far pervenire eventuali modifiche entro il 12 ottobre 2014  per iscritto o inviate per lettera o via mail all’attenzione del Vicario per la Pastorale (donmarcopresciutti@gmail.com)

[3] Si allegano le sintesi dei laboratori di Loreto alla luce della Evangelii Gaudium elaborato dai coordinatori del Convegno Ecclesiale di Loreto