I ragazzi del Servizio Civile della Caritas diocesana a Senigallia

14.19ftServizioCivileSenigalliaIl 3 maggio la pioggia incessante caduta a Senigallia, insieme alle piene degli affluenti del fiume Misa, ha portato la situazione a un punto critico causando la rottura degli argini. Una città devastata, 13 milioni di metri cubi d’acqua caduti in sei ore, tre morti, duecentocinquanta sfollati, tonnellate di fango e rifiuti, e centinaia di volontari che lavorano ininterrottamente da più di una settimana, inclusi noi ragazzi in servizio civile presso la Caritas Diocesana.

I primi di noi a prestare soccorso sono partiti il 7 maggio, recandosi al ritrovo dei volontari presso il Seminario vescovile di Senigallia, incontro obbligatorio per consentire ai volontari di prendere consapevolezza dell’avvenimento e delle mansioni da svolgere ed essere quindi assegnati alle varie aree di intervento. In un primo momento, la situazione emergenziale richiedeva ruoli prettamente fisici e tecnici; successivamente, una volta liberate le abitazioni, si è imposta la necessità di un aiuto psicologico e di un approccio umano.
La straordinarietà dell’evento e l’eccezionale partecipazione di volontari hanno fatto emergere un incredibile senso di solidarietà, accoglienza ed ospitalità: persone, che pur avendo perso la loro attività e la loro abitazione, si prodigavano per il nostro benessere.
Ciò che ha davvero colpito noi ragazzi in servizio civile è stato vedere ancora accesa nei loro occhi la scintilla della speranza, nell’affidarsi a Dio nonostante abbiano perso tutto.
Ora che si sta mano a mano stabilizzando la situazione, recuperando la quotidianità e gli alluvionati stanno prendendo piena consapevolezza di quanto accaduto e delle loro perdite, stanno affiorando nuovi sentimenti, che esigono una maggiore vicinanza psicologica e quindi la presenza di volontari con una forte sensibilità e grande disponibilità all’ascolto. Vergogna, diffidenza, rabbia e disperazione è quanto ora si respira nell’aria: sentimenti forse accentuati anche da una confusione nelle aree di intervento delle varie realtà assistenziali presenti  sul territorio.
L’appello di noi ragazzi in servizio civile, sperimentando con i nostri occhi la devastazione della città e la disperazione degli abitanti, è rivolto a tutti i cittadini che si sentano di contribuire a risollevare Senigallia e vogliano quindi partecipare attivamente.
Quanto ci auguriamo per noi e per gli atri ragazzi in servizio civile presso le Caritas delle Marche è ottenere il permesso di distaccamento di sede, per garantire un aiuto costante, quotidiano e progettuale agli alluvionati.

 I giovani del Servizio Civile Caritas