“Far sbocciare una nuova primavera del volontariato”

Un momento per ritrovarsi insieme a conclusione del servizio estivo della mensa SOS-titutiva, servizio di Caritas Diocesana che, durante tutto il mese di agosto, presso la parrocchia di San Paolo Apostolo al Vallato, grazie ai tanti volontari ha preparato e distribuito pasti a chi aveva bisogno vista l’annuale chiusura della Mensa “Opera Padre Pio” per la sanificazione e pulizia dei locali e per consentire un periodo di riposo ai volontari.

Una serata ricca di testimonianze soprattutto di giovani che hanno voluto dedicare parte del loro tempo al prossimo. Dopo l’introduzione di don Michele Giardini, assistente spirituale della Caritas Diocesana, il quale ha sottolineato come il cuore dell’esperienza della mensa SOS-titutiva, e più in generale di Caritas, sia la condivisione, la parola è passata proprio ai ragazzi.

Ad aprire le testimonianze Erika che, con suo marito Daniele, presta servizio a Casa Betania, una casa di accoglienza dove persone senza fissa dimora vengono accolte e hanno la possibilità di trovare un pasto caldo. “A Casa Betania – ha spiegato Erika – facciamo semplicemente ciò che facciamo tutti i giorni a casa, con la differenza che lo facciamo con persone che non conosciamo e credo che proprio in quella non conoscenza nasca la bellezza del servizio. Casa Betania ti allena alla carità, ti riempie il cuore e ti allarga gli orizzonti”.

La parola è poi passata a Stefano giovane volontario della mensa SOS-titutiva. “Quando ho iniziato a fare volontariato nelle mense, in particolare in quella di San Paterniano – ha messo in evidenza Stefano – ho capito che a tavola siamo un po’ tutti bisognosi di qualcosa e non solo di cibo”.

Sara, 23 anni, in servizio civile presso il Centro di Ascolto di Caritas Diocesana, ha sottolineato come certi incontri ti cambiano dentro, cambiano il tuo modo di vedere le persone e le cose. Anche Serena, 27 anni, in servizio civile presso Caritas in particolare nel centro di distribuzione alimentare RicibiAmo, ha sottolineato come questi progetti diano la possibilità ai ragazzi di sentirsi utili verso il prossimo, in particolare verso coloro che si trovano in una situazione di bisogno. Federica e Daniele, in servizio civile presso la Sala della Pace, hanno spiegato in breve gli obiettivi del centro documentazione ovvero quelli di diffondere e sensibilizzare su temi quali la salvaguardia del creato, la cittadinanza attiva e la non violenza. “Mi sono sentita un po’ portatrice di speranza – ha spiegato Federica – prestare servizio in questo ambito ha rafforzato in me due caratteristiche: la perseveranza e la fedeltà”. Nicoletta, volontaria de l’Africa Chiama e non solo, ha messo in evidenza come l’essere volontario sia uno stile di vita. “E’ molto più quello che ricevo di ciò che dò. Vivo il volontariato – ha spiegato Nicoletta – come una vera e propria missione e questo mi rende felice”.

Dopo le interessanti testimonianze dei giovani, don Michele Giardini ha aiutato i presenti a riflettere sul brano del Vangelo di Giovanni 6, 1-15, la moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Dobbiamo alzare gli occhi e vedere la gente che ci sta intorno. Non possiamo permetterci di restare indifferenti. In questo la Caritas deve aiutarci, deve alzare gli occhi e farli alzare a tutti noi. Non dobbiamo – ha aggiunto don Michele – cadere nella tentazione che non vale la pena spendere anche quel poco che abbiamo per gli altri. Gesù ha bisogno di coloro che condividono anche il poco che hanno perché diventi una ricchezza per tutti. Ricordatevi sempre – ha concluso don Michele – di raccogliere anche le briciole perché niente vada perduto”. L’intervento di Angiolo Farneti, direttore della Caritas Diocesana, ha concluso la serata. Farneti ha voluto, innanzitutto, ringraziare il Signore per la buona riuscita della mensa SOS-titutiva, il Vescovo che cammina sempre accanto alla Caritas e incoraggia coloro che vi prestano servizio, la parrocchia di San Paolo Apostolo al Vallato, i tanti volontari che, anche durante il periodo estivo di ferie, hanno messo a disposizione il loro tempo prezioso. “Spero che questa esperienza – ha concluso Farneti – possa ‘contaminare’ anche altre realtà parrocchiali per far sbocciare una nuova primavera del volontariato”.