“Il servizio civile ha reso più grande le nostre anime”

È proprio vero che “Vivere è l’infinita pazienza di ricominciare” (Ermes Ronchi). È ormai passato un anno dall’11 ottobre 2017, quando noi, 20 ragazzi, ciascuno in momenti di vita diversi, abbiamo iniziato l’esperienza del servizio civile nei vari progetti della Caritas di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola. Persone differenti, ma con lo stesso desiderio di sperimentarsi in qualcosa di nuovo, di mettersi in gioco senza riserve, di scoprirsi di più nei limiti e nei desideri, di fare gruppo con gli altri. Sicuramente è stato un anno impegnativo, chiamati a nuove responsabilità verso i colleghi, i volontari, gli utenti, responsabilità che ci hanno arricchito e che oggi lasciamo con immensa gratitudine. Abbiamo servito una realtà che ha servito la nostra crescita, fortificandoci nella consapevolezza che le povertà nel mondo sono tante, quella economica, educativa, affettiva, e che ciascuno nella sua piccolezza può fare qualcosa per l’altro. È stato un compito non facile farsi ascolto di chi è mancante di tutto e, venendo al centro d’ascolto, non sa più neanche esprimere di cosa veramente è più bisognoso. È stato uno sforzo costante farsi accoglienza dei bambini che nelle ore pomeridiane della giornata, carichi di stanchezze scolastiche e familiari, cercavano negli oratori uno spazio di ristoro dove divertirsi. È stato un’impresa ardua farsi custodia degli adolescenti che, venendo da contesti familiari difficili, non per scelta, si trovavano a vivere buona parte del giorno al centro diurno, tra compiti e svago. È stato un lavoro impegnativo richiamare continuamente l’attenzione dei ragazzi nelle scuole e della cittadinanza tutta alle tematiche di giustizia e pace, alzando gli sguardi oltre le barriere nazionali. Per tutto questo, sorge spontanea la domanda: “E ne è valsa la pena? Ne è valsa la pena se l’anima non è piccola” (Fernando Pessoa nella poesia Mar português). Sì, oggi, alla fine di questo anno speciale, possiamo dire che tutto sommato, ne è valsa la pena, perché il servizio civile ha reso più grande le nostre anime, ha allargato i nostri cuori, ha allungato le nostre mani, ha sollevato i nostri sguardi. E ora, infinitamente grati dell’esperienza vissuta e protesi verso il futuro, continuiamo la nostra corsa, della quale il servizio civile è stato un tratto indimenticabile.