Inaugurata, a Nidastore, la casa famiglia Sant’Anna

A Nidastore, piccola frazione del Comune di Arcevia, si è tenuta l’inaugurazione della casa famiglia Sant’Anna, fortemente voluta dal cardinale Elio Sgreccia. Una strada di rinascita segnata per le tante piccole realtà periferiche dell’interno.

Venerdì 13 luglio la piccola chiesa di Santa Maria Assunta non era sufficiente a contenere tutte le persone che hanno partecipato alla messa inaugurale, celebrata dal cardinale Elio Sgreccia e dal vescovo Armando, alla presenza anche del sindaco di Arcevia Andrea Bonprezzi e del presidente della Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda.

Una storia che inizia da lontano, da quando 13 anni fa Mons. Sgreccia, promotore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica e Presidente della Pontificia Accademia della Vita, incontrando don Oreste Benzi gli espresse il desiderio di aprire nel suo paese natale una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, una casa in grado di tutelare la vita nascente. Da quel giorno hanno abitato questo borgo prima Bruno e Tiziana, con la loro casa famiglia “Carezza di Dio” che ora si trova a San Michele al Fiume, poi Daniele ed Emelina, ora missionari a Santiago del Cile.

“Molti mi ringraziano per quanto ho fatto qui a Nidastore – ha sottolineato il cardinal Sgreccia – ma sono io che devo ringraziare voi perché aiutate la Chiesa ad andare verso la sua direzione naturale, vicino ai piccoli”.

“La fede di monsignor Sgreccia è riuscita a portare due famiglie dal Brasile e dall’Albania – ha commentato Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, nonché papà di casa famiglia – E’ significativa la presenza di due case famiglia missionarie in un piccolo borgo che vive il problema dello spopolamento e della presenza di numerosi anziani. Cercheranno di essere famiglia non solo con le persone che accolgono in casa, ma anche con tutto il paese”.

Nella nuova struttura vivranno Nunzio e Naide, che dopo 16 anni di missione in Brasile, nella città di João Pessoa capitale dello stato di Paraiba, da quattro anni già abitano a Nidastore. “Quando siamo arrivati ci siamo sistemati nella casa più piccola, perché questa che sta per essere inaugurata doveva essere ristrutturata – ha raccontato Nunzio – Monsignor Sgreccia non solo ci ha regalato le case, ma ha anche dato un generoso contributo per i lavori di ristrutturazione. Ora, dopo tre anni di lavori, si apre questa nuova struttura”.

Quella di Nunzio e Naide è una famiglia che abbraccia il mondo: babbo italiano, mamma brasiliana, tre figli nati in Brasile, due ragazze madri (una di origini albanesi ed una brasiliana) e una ragazza rumena.

A far loro compagnia ora sono arrivati anche Samuel e Liliana, di ritorno da 14 anni di missione a Scutari in Albania, anche loro tre figli naturali e quattro accolti, o rigenerati nell’amore, come piaceva dire a don Oreste.

“La casa famiglia è il modello più autentico e rappresentativo dello stile di accoglienza della Papa Giovanni – raccontano Nunzio e Naide – Non strutture residenziali ma strutture affettive. Case dove non ci sono operatori e utenti ma papà e mamme che mettono la loro vita totalmente a servizio di chi ha bisogno di essere accolto, perché ognuno deve sentirsi parte della famiglia”.

“Non è una scelta semplice – continua Nunzio – perché chi accoglie non sono solo il papà e la mamma, ma anche i nostri figli, nei confronti dei quali è necessario avere molta attenzione; oltre a responsabilità e consapevolezza, per fare convivere culture e caratteri diversi, è necessario stare sempre vicini a Gesù”.

Stefano Paradisi