La corresponsabilità dei giovani nella Chiesa

La seconda giornata dell’assemblea pastorale diocesana è stata dedicata interamente all’ascolto dei giovani, delle loro testimonianze molto significative e molto intense. Alcuni di loro, non potendo essere presenti per motivi di studio all’assemblea diocesana, hanno voluto comunque lasciare un loro pensiero letto da alcuni loro coetanei presenti.

Ad introdurre la serata, dopo la meditazione del Vescovo sul Vangelo di Giovanni (1, 35-39), Margherita Anselmi della Pastorale Giovanile della diocesi di Ascoli Piceno che ha sottolineato l’importanza di una Chiesa che si metta in ascolto dei giovani. “Ascoltare i giovani – ha sottolineato Margherita – significa mettersi in dialogo con loro. Ai giovani dico, inoltre, di non fermarsi al “ma tanto non cambia niente”. E’ corresponsabilità dei giovani nella Chiesa muoversi”.

La parola è poi passata alle testimonianze dei giovani della nostra diocesi, testimonianze introdotte da don Steven Carboni, responsabile del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, che ha ripreso in sintesi alcuni concetti chiave espressi nella prima giornata da don Michele Falabretti.

“Ecco perché la chiesa deve investire tanto sui ragazzi – afferma Ettore 20 anni di Mondavio – continuando attività come Casa Giovani e offrendo opportunità di viaggio, fisico e spirituale, che stimolino una riscoperta della riflessione personale, oggi più che mai necessaria”. E ancora Laura Damiani, 19 anni, di Isola di Fano vede la Chiesa come una sorella maggiore. “E’ lei che mi guida verso Dio e verso la strada che Dio ha preparato per me. Ma la Chiesa oggi – si chiede Laura – intesa come nostra realtà parrocchiale o diocesana, questi giovani li vuole veramente coinvolgere? Perché di giovani che hanno voglia di fare – prosegue Laura – ma soprattutto di vivere ce ne sono tanti. Noi abbiamo bisogno, prima di qualsiasi cosa materiale, di esempi concreti che possano veramente farci vedere come sia possibile vivere una vita cristiana in pienezza”. Alla Chiesa Anna 17 anni di San Giorgio di Pesaro chiede di “farci sentire Qualcuno con la Q maiuscola, elementi a cui non può rinunciare perché ognuno di noi può dare qualcosa di unico e prezioso, far sentire speciale ogni singolo giovane cristiano nella propria individualità”.