“La scuola deve educare a pensare”

16-40ftgiubileo-scuolaGiovani e insegnanti hanno accolto l’invito del Vescovo a ritrovarsi insieme, nel pomeriggio di giovedì 10 novembre in Cattedrale, per il Giubileo della Scuola. Prima di ritrovarsi nella Sala San Michele a dialogare con il Vescovo Armando sul mondo della scuola, i ragazzi e gli insegnanti si sono riuniti nella piazzetta Clemente VIII davanti alla Cattedrale e, guidati da don Francesco Pierpaoli delegato diocesano per il Giubileo della Misericordia, hanno pregato insieme, poi hanno varcato la porta della Misericordia, simbolo del nostro entrare in Cristo che è il Volto della Misericordia del Padre buono che ci abbraccia, che ci dona il suo cuore ricco di amore. Attraversata la porta la sosta davanti al Battistero dove ognuno ha rinnovato le promesse del Battesimo, rinunciando a satana e alle sue opere e impegnandosi a seguire e servire il Signore con gioia, e dove il Vescovo ha asperso tutta l’assemblea. I giovani si sono poi fermati davanti all’immagine di Maria il cui “Sì” ha riaperto la storia dell’umanità e davanti all’ambone per sostare in ascolto della Parola. Prima di salire intorno all’altare i giovani e gli insegnanti hanno baciato il Vangelo. Intorno all’altare il cammino ha trovato il suo culmine. “Ora possiamo chiedere – ha sottolineato don Pierpaoli – al Signore, nutriti di Lui, di farci entrare nel dono della vita. Lui che ha dato la vita per noi ci renda capaci di dare la vita per gli altri”.

Dopo aver baciato l’altare, aver recitato il Padre Nostro ed essersi scambiati il segno della Pace, i partecipanti al Giubileo della Scuola hanno raggiunto la porta della Cattedrale seguendo la Croce e prima di uscire hanno ricevuto dal Vescovo il mandato. “I vostri coetanei – ha messo in evidenza il Vescovo – ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo. Il vostro quotidiano impegno sia di vivere quaggiù come se fossimo già lassù. Siate vigilanti e critici”.

Dopo la benedizione finale e la preghiera nella piazzetta davanti alla Cattedrale, i giovani, gli insegnanti, i sacerdoti presenti e il Vescovo, seguendo la Croce, si sono diretti nella Sala San Michele dove il Vescovo Armando ha dialogato con i giovani e gli insegnanti su luci e ombre della scuola di oggi.

“La funzione primaria della scuola – ha esordito il Vescovo – deve essere quella di aiutare a pensare, di educare al pensiero. La scuola primaria è la ginecologia della mente. La grande terapia etica e giusta dell’insegnante non è quella di imporre il proprio pensiero, ma quella di far emergere il pensiero dall’umano di ogni ragazzo e ragazza”. Il Vescovo si è poi soffermato sul tema del rancore che sembra dilagare nella società di oggi. “Come si supera, allora, questo rancore, questa insoddisfazione della vita? Prima di tutto nel riconoscersi comunque amati e nella gratitudine. Inoltre – ha proseguito il Vescovo – non dobbiamo vivere nel paragone, ma nella competenza personale e narrare sempre, per riprendere le parole di Baden Powell, quel 5 per cento che c’è di buono”.
Prima di passare agli interventi dell’assemblea, don Pierpaoli ha mostrato ai presenti alcune immagini tratte dagli interventi di Papa Francesco durante l’incontro con il mondo della scuola e alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. E proprio le parole del Papa hanno stimolato un dialogo tra il Vescovo e i ragazzi. In conclusione si è soffermato su alcuni tratti fondamentali del diventare adulto. “Cosa significa dunque diventare adulti? Significa – ha affermato il Vescovo – sapere gettare ponti, creare relazioni, ricucire situazioni difficili e guardare sempre avanti. Chi è, quindi, l’adulto? E’ colui che riesce a vedere la positività della vita, che ha un pensiero crescente di giudizio, è un uomo che sa dare il giusto equilibrio alle cose”.

Il Vescovo ha poi citato le parole di Baden Powell nel suo ultimo messaggio, una sorta di suo testamento: “Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto. Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un pò migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del nostro meglio”.

 

Enrica Papetti

 

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