Le proposte della Caritas Diocesana per la Giornata Mondiale dei Poveri

“Non amiamo a parole ma con i fatti” è il tema che Papa Francesco ci ha dato per vivere la prima Giornata mondiale dei poveri che lui ha istituito, come segno del Giubileo della Misericordia, nella domenica precedente la solennità di Cristo Re dell’Universo, quest’anno il 19 novembre. Il Santo Padre ha invitato ogni comunità a vivere questa occasione per «creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto». Una chiamata quindi a conoscere e incontrare i poveri nelle nostre parrocchie perché la povertà non è un’entità astratta, ma «ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro». La nostra Caritas per poter concretizzare l’invito del Papa e del nostro Vescovo propone ai parroci e agli operatori pastorali della carità, della liturgia e catechesi di individuare un modo di “dar voce ai poveri” nelle liturgie del 19 novembre a partire dalla Parola e di fare alcuni gesti-segno della carità. In particolare la Caritas diocesana propone, a titolo esemplificativo e certamente non esaustivo:

  • Creare nella settimana precedente momenti in cui leggere la Parola di Dio di questa domenica insieme con i poveri, malati, sofferenti, disabili, per preparare insieme la liturgia (omelia, preghiera dei fedeli, offertorio, Padre nostro, pace).
  • La domenica invitare questi poveri, malati, sofferenti e anche tutti gli altri del territorio alle liturgie eucaristiche comunitarie coinvolgendo e valorizzando in particolare le realtà caritative che già ci sono nel proprio territorio (es. volontari Caritas, ministri straordinari della comunione, membri dell’Unitalsi, AVULSS, ecc.).
  • Creare in parrocchia dei momenti conviviali con i poveri – malati – sofferenti.
  • Visitare persone malate, in ospedale o case di riposo, carcerate, fragili, o sole.
  • Invitare a pranzo a casa propria qualche bambino o persona povera o migrante.
  • Portare la spesa a qualche famiglia bisognosa, che frequenta il centro di ascolto.
  • Avvicinare, guardare negli occhi e tendere la mano a chi chiede l’elemosina.

Esercitare la fantasia della carità per servire e abbracciare il Signore sofferente nei poveri e nelle persone fragili o emarginate, come segno concreto di fratellanza. Auspichiamo infine che questa domenica segni l’avvio di azioni pastorali sempre più mirate a rendere i poveri protagonisti nelle nostre comunità e i credenti più accoglienti e includenti, e che segni anche l’inizio delle iniziative proposte per il prossimo Avvento di fraternità Caritas (per finanziare i tetti per i numerosi centri di comunità della Parrocchia S. Maria in Mozambico, aiuti scolastici per i bisognosi).

 

Angiolo Farneti
Direttore Caritas Diocesana