“Educare è questione di cuore”

Anche la Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola è presente, insieme alle 160 diocesi d’Italia, al convegno nazionale di Pastorale Giovanile sul tema “La cura e l’attesa. Il buon educatore e la comunità cristiana” con don Steven Carboni, responsabile diocesano del Servizio di Pastorale Giovanile, Beatrice Cerreti e Natalia Toccacieli Blasi animatrici del Progetto Policoro. La prima giornata del convegno, che terminerà giovedì 23 febbraio, ha visto la presenza dello psichiatra Vittorino Andreoli che ha riflettuto su “Quale adulto per una educazione possibile?”. “Andreoli – ha messo in evidenza don Steven – ha posto l’accento su ‘Se siete educatori dovete amare l’attesa più che la metamorfosi immediata’. L’attesa, infatti, è proprio lo stile dell’educatore che non deve aspettarsi frutti immediati, ma deve accompagnare. Andreoli si è soffermato, poi, sulla figura dell’educatore che non esiste come status, perché l’educatore è tale nella relazione. Educare significa aver bisogno dell’altro, è qualcosa che esiste in una dinamica continua. Dobbiamo educare nella fragilità e alla fragilità, perché la fragilità è condizione dell’uomo, non è una malattia. L’educatore deve abilitare alla fragilità, perché – come ha sottolineato più volte Andreoli – il mondo è malato di potere”.

La seconda giornata si è aperta con la relazione di Mons. Erio Castellucci vescovo di Modena su “Generare la fede. Generare una vita di fede. La comunità cristiana, educazione e gli educatori”. “Educare – ha sottolineato don Steven Carboni – è questione di cuore, è necessaria una comunità incoraggiante, smettendo di avere sempre dei titoli pregiudiziali e colpevolizzanti nei confronti dei giovani, ma dando loro fiducia. Educare i giovani significa educarli ad amare il sentiero, facendoli appassionare ai piccoli passi verso la meta senza bruciare le tappe. L’educatore è colui che cammina con loro”.

Molto toccante, emotivamente coinvolgente la relazione della dottoressa Antonia Chiara Scardicchio, docente di pedagogia sperimentale, che ha permesso ai presenti di entrare nella dinamica psicologica e pedagogica. Educare è insegnare a vivere. L’educatore è colui che si lascia sempre rimodellare, rimettere in gioco”. Il pomeriggio è proseguito con una visita guidata ai mosaici di Ravenna, con la veglia di preghiera nella chiesa di Sant’Apollinare in classe e con una serata di festa ospiti della comunità di Ravenna.