Un ascolto fraterno e di vera comunione

Dall’8 al 12 ottobre, nella cornice del santuario di San Giuseppe a Spicello, una ventina di sacerdoti della nostra diocesi si è ritrovata, insieme al Vescovo Armando, per gli Esercizi spirituali annuali. Ci ha accompagnato nell’intero percorso padre Flavio Bottaro, gesuita della comunità di Villa San Giuseppe a Bologna, già conosciuto dalla maggior parte di noi per aver guidato alcuni incontri di formazione per il clero dello scorso anno.
Per la prima volta nel corso degli esercizi spirituali diocesani, ci è stata proposta l’esperienza del metodo di Sant’Ignazio di Loyola, con un ampio spazio per la meditazione della Parola, in un clima di totale silenzio, seguendo le indicazioni fornite di volta in volta dalla nostra guida: “L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create […], desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati”. Questo testo, definito “principio e fondamento” degli esercizi spirituali ignaziani è stato il punto di partenza, la cornice e l’obiettivo della preghiera di ogni giorno, alla ricerca della felicità vera, liberandoci da tutto ciò che ci è di ostacolo, per giungere alla piena realizzazione di noi stessi nell’ascolto del Signore che parla al nostro cuore. In concreto, per un lungo arco di tempo nella giornata, accolti alcuni punti sottolineati al mattino e al pomeriggio dalla guida, insieme ad alcune indicazioni di metodo, abbiamo avuto la possibilità di pregare meditando vari brani della Scrittura, chiedendo ogni volta una grazia, immaginando luogo, scena, personaggi e dialoghi del testo proposto, coinvolgendo memoria, intelletto e volontà, entrando infine in dialogo con il Signore per parlargli di ciò che il nostro cuore ha vissuto in quel tempo. Al termine, come momento successivo fondamentale, la rilettura-verifica della preghiera: cosa si è mosso dentro di me? Cosa mi ha avvicinato a Dio? Quali difficoltà?
I temi trattati sono andati dalla creazione dell’uomo, alla sua ri-creazione da parte di Dio che sempre ci rigenera, anche di fronte al nostro dubbio e al nostro peccato, alla salvezza che egli ci offre, rivelandoci la sovrabbondanza dei suoi doni.
Alla fine di questa bella ed impegnativa esperienza abbiamo provato a rispondere a tre domande: cosa ci rimane negli occhi? Quale Parola ci risuona negli orecchi? Cosa stiamo gustando nel nostro cuore? Ed è stato davvero un ascolto fraterno e di vera comunione, consapevoli che, seppure con tanti limiti e resistenze, in questi giorni il Signore ha veramente trovato uno spazio fecondo nella bellezza del cuore di ciascuno.