Consegnato il mandato ai presidenti diocesano e parrocchiali

ACUn’occasione fondante, all’interno del cammino dell’Azione Cattolica, è la consegna della nomina da parte del Vescovo Armando ai presidenti parrocchiali, oltre che a quello diocesano. È quanto si è vissuto sabato 5 aprile, presso la Cattedrale di Fano, in cui il vescovo Armando ha accolto i rinnovati consigli parrocchiali che, assieme a quello diocesano, hanno preso parte alla celebrazione eucaristica in cui, sulla vicenda raccontata dal Vangelo della V domenica di Quaresima, sono stati spronati a sentirsi chiamati a uscire dal sepolcro. «Può essere che non ci capiterà mai di vivere un’esperienza come quella di Lazzaro – ha commentato il Vescovo – ma ogni giorno sentiamo Cristo che ci invita a uscire da noi stessi e ad aprirci alla vita». L’episodio evangelico ha permesso di chiarire ancora una volta come la fede non cambia i fatti della vita, in cui noi siamo gli attori principali, piuttosto modifica il modo di interpretarli. In questo, Dio ci tratta da adulti, non togliendo la morte dalla nostra prospettiva di vita, ma aiutandoci a superarla. Le tre letture hanno anche permesso di delineare le varie tipologie di risurrezione a cui ciascuno è invitato a prendere parte: la risurrezione morale, spirituale e fisica, mirando al superamento della morte del peccato in virtù della grazia.

Passando poi a tratteggiare il profilo di chi si occupa di educazione, che è uno dei carismi principali dell’Azione Cattolica, il Vescovo si è espresso così: «Il vero educatore riesce a “liberare dalle bende” le persone attorno a sé, aprendo lo sguardo a orizzonti che vanno oltre i campanili. L’amore alla Chiesa non dev’essere motivo di orgoglio, ma un rinnovato invito a un impegno sempre più alto». Infine, citando il cardinal Martini, il vescovo Armando ha ricordato a tutti coloro che ricoprono un qualche ruolo di responsabilità l’importanza della virtù della pazienza, che non deve mai venir meno nell’accudire le persone che si affidano nell’ambito di un esercizio pastorale.

Matteo Itri