Fame e sprechi: le due facce della stessa medaglia

CaritasQuante volte la nostra società dimentica che i problemi che si trova ad affrontare oggi sono lo specchio delle azioni e delle decisioni messe in atto quotidianamente dai suoi membri?

Uno degli esempi più chiari di questo pericoloso meccanismo è proprio il problema della disponibilità (o dell’assenza) di cibo, in quantità sufficiente e sicura, adatto a garantire uno stile di vita dignitoso e salutare a tutti. A livello globale, a fronte di una popolazione di oltre 7 miliardi di persone, produciamo cibo per 12 miliardi di persone; eppure 842 milioni soffrono ancora la fame! E purtroppo a livello locale le cose non vanno tanto meglio. Con la crisi del mondo del lavoro e l’aumento della disoccupazione, sono in crescita le famiglie e le persone che si trovano oggi ad avere difficoltà nel far fronte al bisogno primario dell’alimentazione. I dati raccolti nel 2013 dalle Caritas della nostra diocesi ci parlano di circa 2.300 famiglie in difficoltà su una popolazione di circa 139.000 abitanti.

Dall’altra parte dello specchio, 89 milioni di tonnellate di cibo finiscono, ogni  anno, tra i rifiuti in Europa. Il 42% del totale degli sprechi (76 kg pro capite per anno) si realizza all’interno delle mura domestiche. La crisi economica dilaga e la denutrizione torna a colpire l’Occidente, mentre continua a crescere nel Sud del Mondo. Sprechi da una parte e fame dall’altra ci parlano della follia del nostro sistema economico, che oltre a creare ingiustizie, continua a devastare l’ambiente. Risuona allora ancora più forte l’appello lanciato da Papa Francesco contro lo scandalo della fame e la responsabilità di attivarsi per rimuovere le cause e le fonti di una disuguaglianza sempre più profonda.

Da questa riflessione, unita alla Campagna nazionale lanciata da Caritas Italiana “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, la Caritas diocesana ha deciso nel 2013 di presentare un progetto a Caritas Italiana per poter realizzare una piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione di beni di prima necessità alle caritas parrocchiali, opere segno e altre organizzazioni impegnate nel sostegno alle persone in condizioni di sofferenza alimentare presenti sul territorio diocesano. Una risposta che si è resa ancor più necessaria dopo la notizia della fine temporanea degli aiuti alimentari erogati dall’Agea, l’Agenzia europea per gli aiuti alle persone bisognose.

Il progetto, che partirà ufficialmente nel mese di settembre, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare di Pesaro e con la Cooperativa sociale Gerico di Fano come ente gestore. Insieme ci si occuperà di raccogliere i prodotti, attraverso campagne periodiche e convenzioni con supermercati e aziende alimentari, e redistribuirli alle realtà che ne avranno necessità e che potranno entrare a far parte della rete.

Per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione ci si avvarrà, oltre che di volontari, della collaborazione temporanea di persone disoccupate, regolarizzate attraverso borse lavoro o voucher, e anche del coinvolgimento degli utenti riconoscendo così loro una dignità che l’improvvisa condizione di povertà può avere tolto. Il Progetto ha infine il valore aggiunto  di creare le condizioni per la costruzione di una rete che coinvolga le comunità cristiane, di creare relazioni con gli utenti, di osservare da vicino il fenomeno e di promuovere l’educazione a forme di consumo responsabile che riescano a prevenire sprechi e stili di vita capaci di individuare nella sobrietà non solo una risposta alla crisi ma anche un atteggiamento evangelico.

Per informazioni: rivolgersi alla segreteria della Caritas diocesana (tel. 0721/827351; mail: info@caritasfano.net ).