“Il malato non deve scomparire dalle nostre attenzioni”

“Stupore per quanto Dio compie”. Questo è stato il tema della XXV Giornata Mondiale del Malato che anche nella nostra Diocesi è stata celebrata con diverse iniziative. Sabato 11 febbraio scorso, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, il vescovo Armando, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti, ha presieduto la Santa Messa in occasione appunto della Giornata Mondiale del Malato istituita 25 anni fa da San Giovanni Paolo II.

“Papa Francesco attraverso questa Giornata desidera mostrare la sua vicinanza a tutti i fratelli e sorelle che vivono nella sofferenza e alle loro famiglie e, allo stesso modo, il suo apprezzamento va a tutti coloro che operano con competenza, responsabilità e dedizione per la cura delle persone malate”. Queste le parole d’introduzione alla celebrazione lette da suor Gabriella di Casa Serena. “Inoltre in questa celebrazione Eucaristica – ha proseguito suor Gabriella – accogliamo la reliquia del sangue di don Orione che pellegrina nel mondo per farne un balsamo che conforta i dolori, un balsamo simbolico da versare sulle piaghe dei fratelli sofferenti”.

Il Vescovo, durante l’omelia, ha ripercorso le motivazioni che spinsero papa Giovanni Paolo II venticinque anni fa a istituire questa Giornata.

“Assicurare la migliore assistenza agli infermi, aiutare il malato a vivere la sofferenza, coinvolgere le Diocesi, le comunità parrocchiali e le comunità religiose perché il malato non deve scomparire dalle nostre attenzioni e dalle nostre attività pastorale – questi i primi punti evidenziati durante l’omelia del Vescovo”. Ha proseguito poi: “Occorre inoltre favorire l’impegno del volontariato, incoraggiare una formazione spirituale e morale dei ministri della salute perché diventino davvero capaci di ascolto e, sostenere l’importanza dell’assistenza religiosa ai malati e agli infermi”.

In conclusione ha sottolineato come Gesù non ha mai predicato la rassegnazione, la sconfitta e lo sconforto, ma ha sempre affermato che l’amore in ogni situazione, anche di sofferenza, avvicina a Dio e dona pace e conforto.

Dopo l’omelia, il vescovo Armando ha celebrato il rito dell’unzione degli infermi.

Michele Montanari