“La famiglia cura le relazioni di coppia, con Dio e con i figli”

“La famiglia cura le relazioni di coppia, con Dio e con i figli”, questo il tema del corso di esercizi spirituali per giovani famiglie organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, tenutosi al Santuario di Spicello il 9-10-11 marzo 2018. Ad introdurre le giovani famiglie il diacono Carlo Berloni, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare, che, parlando della spiritualità familiare, ha voluto rimarcare come siano quattro i pilastri fondamentali da mettere in opera: 1. spiritualità e vita quotidiana camminano assieme indissolubilmente 2. nella coppia occorre essere interscambiabili per donarsi a vicenda una libertà di azione 3. essere presenti nelle comunità anzitutto come famiglie prima che come prestatori di servizi specifici 4. in questa società disgregata è importante poter contare sul confronto costante con altre famiglie. Quattro pilastri questi che si pongono come elementi fondanti di un equilibrio interiore e di coppia che vuole ricaricare di ossigeno le “bombole” della nostra vita immersa nel cammino con Gesù, abbandonando la tentazione di chiudersi in se. “Si è e si rimane sposi prima di diventare genitori!”. La giornata di sabato ha portato una duplice riflessione, la prima guidata da don Egidio Tittarelli (vicario pastorale della diocesi di Macerata) e la seconda da don Marco Presciutti (vicario Pastorale della diocesi di Fano). Don Egidio ha voluto sottolineare, partendo dal racconto dell’unzione di Betania tratta dal Vangelo di Marco, come la relazione nella coppia si fonda sulla presenza di Gesù nella casa dove ciascuno vive. Gesù è presente tra le nostre fatiche quotidiane, ci spinge ad osare, a preparare con cura momenti di dialogo profondo e sincero con il coniuge, un dialogo, quello proposto da Gesù, fatto di ascolto di ciò che l’altro dice e anche di quello che non dice, del suo silenzio. Il Signore ci chiama al dono totale di noi stessi senza riserve, nella piena gratuità accogliendo i gesti dell’altro e cercando di giocare d’anticipo nel donarci e scambiarci Amore. Gesù – ha concluso don Egidio – non è un’altro che chiede qualcosa alla famiglia ma è uno che si dona a noi! Don Marco Presciutti invece ha affrontato la relazione con Dio nella coppia, relazione che, come un abbraccio, ci trasmette l’essenza dell’altro. L’abbraccio è per cercare ed accogliere, è un gesto che ci mette allo stesso livello dell’altro, è esperienza radicale di ospitalità che diviene preghiera. La preghiera è scoprire che se non preghi muori, muori a te stesso, diventi arido, è esperienza d’amore nel quale ciascuno si sente desiderato, amato da Dio. Nella preghiera – ha proseguito don Marco – ci sentiamo figli, interiorizziamo la presenza di Dio che ci vuole adulti e che crede in noi. La preghiera di coppia è dunque dono a Dio Padre  tenendosi per mano, abbracciando Lui che è fonte dell’Amore e crede in noi. Gli esercizi spirituali si sono poi conclusi, in un clima di grande festa animato dai bimbi più piccoli, con la riflessione di suor Daniela Cancilla (ordine Francescano delle sorelle del piccolo testamento di Gubbio) che nel riassumere sapientemente l’intero percorso spirituale ha portato all’attenzione dei cuori dei presenti quattro atteggiamenti dell’essere famiglia cristiana. Essere genitori vuol dire essere accompagnatori dei figli nel cammino verso la loro maturità, attraverso la preghiera per loro seguendo l’esempio di Mosè. Un accompagnamento che si ferma là dove i figli saranno chiamati a fare scelte di vita consapevole. Genitori che sanno di avere un dono che è per l’umanità, “un bambino – ha detto suor Daniela citando la Scrittura – è luce per illuminare le genti” è dono per l’umanità;  per prendere coscienza di questo dobbiamo rifarci alla Parola di Dio che, come nel racconto di Zebedeo e Salome, ci ricorda che Dio ha un progetto sui nostri figli, progetto che noi genitori siamo chiamati a rispettare affidandoli alle mani di Maria, madre di Gesù e madre della nostra umanità.  Tutto questo – ha concluso suor Daniela – va vissuto nella culla della comunità che plasma, trasforma, apre gli occhi e ci rende veramente Cristiani sulle orme di San Paolo.

Marco Gasparini