“Vi parlo come esperto in umanità”

Domenica 13 dicembre il vescovo Armando e la comunità cristiana hanno incontrato gli operatori della politica ed i rappresentanti delle istituzioni della nostra Diocesi per il tradizionale scambio di auguri in occasione delle festività natalizie e per la consueta riflessione congiunta sulla funzione della politica e sulle migliori pratiche di amministrazione della cosa pubblica.
Il tema dell’incontro, su cui si è sviluppato il dibattito dei partecipanti, ha riguardato le modalità e le pratiche necessarie per alimentare “una politica di coesione sociale”, cioè una politica di relazioni, collocata all’interno di una città costruita per l’uomo – essere relazionale.
Il Vescovo ha esordito ricordando che la natura dell’incontro è strettamente connessa con il compito della Chiesa di occuparsi del ben-essere e del ben-vivere della collettività e con quello, più generale ed affidato ad ogni cristiano, della costruzione di un mondo migliore. Il Vescovo si è posto da subito, nel dialogo con i numerosi sindaci ed amministratori presenti in sala, quale “esperto in umanità” e non quale esperto in materia politica o amministrativa.
Il vescovo Armando, poi, ha proposto a ciascun partecipante una riflessione sulla necessità di esprimere conoscenza, competenza e corresponsabilità nelle proprie azioni di governo, in modo da operare e proporre ai cittadini un “progetto di vita”, al di fuori delle polemiche.
A proposito del confronto politico, il Vescovo ha affermato che la dialettica tra maggioranza ed opposizione di governo deve realizzarsi all’interno di un confronto costruttivo, dal quale derivi il funzionamento migliore del sistema-città e nel quale tutti partecipano ad un “gioco” dove la vittoria dell’uno favorisce direttamente la vittoria dell’altro, rappresentata dal raggiungimento del bene comune. Per questo, ciascun amministratore deve esprimere conoscenza, competenza e responsabilità nella propria azione politica ed amministrativa: per un agire intelligente nei riguardi delle situazioni contingenti e nei confronti dei cambiamenti che si rivelino necessari. Il Vescovo, infatti, ha evidenziato l’importanza della saggezza che deriva dall’essere disposti a cambiare e modificare la propria convinzione ed il proprio agire al mutare delle situazioni che debbono essere affrontate. La debolezza delle “ideologie” risiede proprio nella convinzione acritica di custodire la migliore risposta ad ogni criticità che si presenti, indipendentemente dalla relativa situazione di contesto.
A conclusione dell’intervento, ha elencato i maggiori ostacoli che si frappongono ad un buon cammino di sviluppo: l’egoismo, dal quale deriva un atteggiamento di noncuranza della condizione degli altri individui e la fedeltà al proprio “gruppo”, che diviene ostacolo allo sviluppo quando si manifesta unicamente in ostilità nei confronti degli appartenenti a gruppi alternativi. Infatti, “ciò che definisce il valore di un uomo non sono le sue appartenenze di diverso genere, ma la saggezza ed il senso di responsabilità con cui assume le proprie decisioni”.
Terminato l’intervento del Vescovo, ha preso la parola Gabriele Darpetti, direttore dell’Ufficio Pastorale per i problemi sociali e il lavoro, giustizia, pace e custodia del Creato, che ha riportato ai presenti l’esperienza vissuta al recente Convegno Ecclesiale di Firenze, che verteva su questi temi.
In particolare, Darpetti ha proposto due spunti di riflessione, tratti dal pensiero di Giorgio La Pira, sulla necessità che l’approccio politico si riconduca sempre alla consapevolezza che la città deve essere “custodita” e poi “ritrasmessa”.
Pertanto, nel pensiero di La Pira, la progettazione urbanistica di una città deve rispettare la socialità che vi è insita e non concretizzarsi in pura tecnica urbanistica, senza una visione sociale. Inoltre, l’amministratore deve formare in sé la consapevolezza di essere il custode fiduciario di un bene prezioso (la città), a lui affidata perché sia custodita nel migliore dei modi e poi ritrasmessa alle generazioni future.
A conclusione, sono intervenuti alcuni amministratori dei Comuni della nostra Diocesi, che hanno ringraziato il Vescovo per la preziosa opportunità di confronto offerta dall’incontro, fuori dagli schemi e dalle logiche politiche, ed hanno proposto ulteriori stimoli di riflessione. Gli amministratori dei Comuni dell’entroterra hanno evidenziato come sia possibile fare fronte alla carenza di risorse finanziarie con l’aiuto delle associazioni cittadine, strumenti di promozione ed aggregazione sociale, ed hanno esposto le criticità sottese alla questione, profondamente cristiana, della accoglienza dei migranti all’interno delle strutture dei loro Comuni. Gli altri amministratori intervenuti hanno evidenziato l’importanza del rilancio dell’economia del territorio attraverso una rinnovata attenzione verso l’attività di impresa, al fine di incrementare il tessuto industriale locale e l’indotto lavorativo che ne consegue. Al riguardo, si è proposto un parallelismo proprio tra il concetto di azienda e di città: tutti i cittadini dovrebbero comportarsi come “soci” della azienda-ente comune, al fine di non percepire come esterne le scelte che vengono assunte con riferimento alla collettività. Per questo, tutti sono chiamati a discutere assieme le migliori strategie per scelte consapevoli e, pertanto, stabili.

Pier Federico Orciari

testo integrale intervento Vescovo Armando – politici