Lunedì 23 marzo, nella Basilica di San Paterniano, si è tenuto il quinto Quaresimale guidato dal Vescovo Armando. Filo conduttore della riflessione il Vangelo di Giovanni (12,20-33)
“Vogliamo vedere Gesù – ha sottolineato il Vescovo – è la grande domanda dei cercatori di sempre, domanda che sento mia. I greci vogliono vedere Gesù: non è una curiosità, ma un desiderio di conoscere e di credere. Questo è il senso di “vedere” in Giovanni: è un “vedere” profondo, che va oltre le apparenze o le spiegazioni superficiali, per cogliere il significato vero e nascosto. Ogni uomo dovrebbe far propria la domanda dei greci: “Vogliamo vedere Gesù”. La risposta di Gesù dona occhi profondi: se volete capire me, guardate il chicco di grano; se volete vedermi, guardate la croce. Il chicco di grano e la croce, due immagini come sintesi ardente dell’evento Gesù. Ogni uomo o donna – ha proseguito il Vescovo – sono chicco di grano, seminato nei solchi della storia, della famiglia, dell’ambiente di lavoro e chiamato al molto frutto. Se sei generoso di te, di tempo, cuore, intelligenza; se ti dedichi, allora produci molto frutto. Se sei generoso, non perdi ma moltiplichi la vita. La seconda icona è la croce, l’immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. La croce è la manifestazione dell’amore di Dio, della sua comunione e della sua solidarietà nei nostri confronti. Sulla croce è apparsa la potenza dell’amore. La croce contiene un ulteriore aspetto: la debolezza dell’amore. Il Cristo non è sceso dalla croce con schiere di angeli per imporre il suo discorso. Non ha usato la sua potenza di Figlio di Dio per sottrarsi al rifiuto. Si è affidato alla libertà degli uomini, ha lasciato loro la possibilità di dire di sì e di dire di no. Tutti si aspettavano un Dio che si imponesse a tutti. Invece Dio ha preferito percorrere la via dell’amore e della libertà, accettandone sino in fondo la debolezza. Infine, la via della croce è la via della risurrezione. Questo significa che l’amore sembra sconfitto, ma in realtà è vittorioso, sembra incapace di fare storia e invece fa storia, sembra debole e invece è forte. Vivere la croce – ha messo in evidenza il Vescovo – significa condurre una vita quotidiana che permetta all’amore di Dio di trasparire. Non basta la semplice fatica o la sofferenza, occorrono la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, il servizio. In secondo luogo la croce ci invita a scorgere Dio non là dove c’è la potenza o la forza del genio, o il fascino della bellezza, ma là dove c’è l’amore: là dove c’è il seme che muore per dare frutto”. Il Vescovo, nella meditatio, ha sottolineato come questo Vangelo di Giovanni ci introduca nel mistero della vita di Gesù e di ogni vita. “Dapprima Gesù, con l’immagine del seme che cade in terra, ci spiega le due grandi leggi della vita: crescere è doloroso, faticoso, a volte è un po’ come morire. Poi Gesù ci ricorda che una vita ha senso solo se è donata, spesa, impiegata per qualcosa di grande, altrimenti è sprecata, fallita. Non solo noi possiamo tradurre che il chicco di grano deve morire per portare molto frutto, ma anche che il Figlio deve morire per portare molto frutto. Gesù, giorno dopo giorno, è via via sempre più consapevole della sua fine inevitabile. Ma la sua fine non è solo un morire, ma un portare frutto. Per questo può essere accettata. Voler morire è stupido: parla solo di una vita senza senso di cui ci si deve sbarazzare. Morire non può mai essere una meta, un valore. Il morire può essere accettato solo per un motivo più grande, più alto, dove la meta non è ovviamente il morire ma il valore (portare frutto). Gesù non voleva morire: Gesù voleva essere per tutti pane e vino, frutto di vita. Questo l’ha portato a morire. Perché Dio si manifesti in me, si renda evidente – ha sottolineato il Vescovo – bisogna che io abbia il coraggio di morire, cioè di affrontare senza scappare e il coraggio di lasciarmi trasformare dalla vita, cioè di cambiare”. Il Vescovo si è poi soffermato sulla seconda parte del Vangelo in cui Giovanni ci lascia uno spaccato dell’angoscia di Gesù. Gesù voleva annunciare agli uomini il messaggio di un Dio Padre misericordioso. Adesso si trova ad un bivio. O tradire la sua missione e la sua fedeltà.
A breve sarà disponibile l’audio integrale del Quaresimale