Più passa il tempo, più c’è bisogno di ritrovarsi in questa occasione. Se la Shoà rimane un ‘unicum’ della storia contemporanea, ciò che l’ha costruita e realizzata non è affatto scomparso, anzi.
Le conquiste di civiltà e democrazia che sembravano inviolabili, scolpite in decine di Dichiarazioni universali scritte all’indomani di quella tragedia, sembrano archeologia letteraria. Dobbiamo essere sinceri, ci capita di guardare con più sospetto ogni diversità, valutiamo bene viaggi e spostamenti, i cuori si scaldano molto più difficilmente al suo di parole come pace, convivenza, solidarietà, accoglienza e famiglia umana. I malefici del terrore ci hanno resi più chiusi, più cupi, ingrigiti.
Sono le relazioni la scommessa più grande ed importante che abbiamo da vivere.
Dobbiamo gridare un no a ideologie e regimi che considerano alcuni esseri umani inferiori.
L’Olocausto ci ricorda che se non si riconosce che tutti gli uomini e donne fanno parte di un’unica famiglia e se non conviviamo con il nostro vicino e con lo straniero, quello che ci aspetta è la disumanità. Il suo ricordo è anche un monito a non cedere a ideologie che giustificano il disprezzo della dignità umana.
Quanto terrorismo e guerre sono perpetrate oggi in nome di Dio. “Da un lato c’è l’abuso del nome di Dio per giustificare una violenza insensata contro persone innocenti; dall’altro, c’è il cinismo che dimostra il disprezzo di Dio e ridicolizza la fede in Lui” (Osservatorio Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite a Vienna). “L’innata dignità di ciascuno e di ogni persona – ha proseguito – esige che a nessun regime o ideologia si possa permettere di non considerare e trattare tutti gli esseri umani come pari, ai quali il Creatore ha dato diritti e dignità inalienabili”.
La Chiesa è determinata a continuare il suo impegno contro ogni forma di anti-semitismo, perché, come ha affermato Papa Francesco alla Sinagoga di Roma, “Sei milioni di persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state vittime della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un’ideologia che voleva sostituire l’uomo a Dio” e “il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro”.
In qualsiasi ottica la si veda e ogni riflessione l’Olocausto comporti, credo che esperienze come queste sconvolgano il cuore e macchino per sempre di vergogna e orrore chi le ha vissute; per tali ragioni nella Giornata della Memoria è importante non fermarsi solamente al passato, ma ricordare che bisogna vigilare attentamente per far sì che nulla del genere si ripeta nel futuro.
+ Armando Vescovo