Data di pubblicazione: 20.09.2013
Due anni fa iniziavo la mia esortazione pastorale sull’iniziazione cristiana parlando della Chiesa come madre. Essa, dicevo, ha il compito di generare e far crescere i cristiani. La Chiesa sente che la sua maternità si estende a ogni momento della vita del cristiano, senza mai interrompersi, e non può sottrarsi alle difficoltà (crisi) sia fisiche sia spirituali che i credenti incontrano nel corso della vita.
Sono di due generi le crisi che il cristiano può vivere: la prima legata alla salute del corpo e la seconda a quella dello spirito. In realtà questi due piani (fisico e spirituale), pur essendo distinti, sono indissolubilmente uniti tra loro. La malattia e il peccato richiedono un’urgente presenza della Chiesa perché il cristiano non si smarrisca, perdendo la fiducia in Dio. Malattia e peccato sono certamente due realtà molto diverse, ma entrambe costituiscono un momento di grande crisi nella vita di ogni uomo, un’esperienza drammatica di dolore e smarrimento anche per il discepolo.
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