"La fede non toglie pesi e croci, ma illumina di senso la vita". Card. Bagnasco nel ricordo di Rosmini

“L’incontro con la modernità è un appuntamento non solo ineludibile ma desiderato dalla Chiesa, così come testimonia anche il Magistero del Santo Padre Benedetto XVI, che declina sapientemente la fede e la ragione parlando ai cattolici e a coloro che non si riconoscono tali”: lo ha detto a Stresa, il card. Angelo Bagnasco,… presidente della CEI, nell’omelia per la celebrazione nel 155° anniversario del ‘dies natalis’ del Beato Antonio Rosmini. Delineando il percorso filosofico, intellettuale e spirituale del pensatore italiano, il cardinale ha sottolineato che “è il male dello spirito (dunque) verso il quale Rosmini si sente mandato da Cristo, è l’oscurità dell’intelligenza che anela alla luce e cade spesso nelle tenebre, che abbraccia e si invaghisce dell’errore e lo esalta come verità”. “Il Santo Padre, fin dall’inizio del suo pontificato, ha affermato che il problema principe dell’ora presente in Occidente è la questione di Dio – ha poi proseguito il cardinale -. E questo vale innanzitutto per i credenti: che cosa la fede cambia nella vita di una persona e di una società? Che cosa aggiunge la fede ad una vita onesta?”. “L’esempio del Rosmini – ha poi proseguito il card. Bagnasco – ci mostra che la fede muta la vita alla radice: non toglie responsabilità, pesi e croci, ma tutto illumina di senso e salva con la misericordia e con l’amore. Nessuno è più solo, Dio si prende cura di noi (..) L’uomo si scopre non condannato a morte ma destinato alla vita”. Il cardinale ha poi sottolineato che “la missione intellettuale del Rosmini è (..) liberare dalle oscurità dell’errore mostrando la luminosità e la bellezza della verità che è Cristo. Egli, infatti, affronta un nodo che la modernità sentiva e tuttora sente in modo particolarmente acuto: il rapporto tra fede e ragione”. Rosmini “non ha dubbi sulla forza della ragione, dono del Creatore, e si dedica ad elaborare una filosofia capace di raggiungere il fondamento della realtà”. “La ricerca dell’uomo, seppur distinta per ambiti, – ha poi proseguito – non dovrebbe mai perdere di vista la totalità come orizzonte, pena la frantumazione non solo del sapere, ma dell’uomo stesso, punto di partenza e d’arrivo del conoscere. E la filosofia ha, per eccellenza, questo scopo: essa conduce fino alla soglia del mistero, fino alle domande fondamentali alle quali soccorre la fede in Gesù Cristo, senso fondamentale, salvatore e fine di ogni cosa”.