Spronare i sacerdoti, che sono i loro primi collaboratori, a vivere gioiosamente il proprio servizio, sostenerli nella vocazione affinché lavorino “con entusiasmo e amore nella vigna del Signore”, come insegna Benedetto XVI, che li ha chiamati, in questo ultimo anno, alla guida di diocesi sparse in tutto il mondo. Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha parlato così ai nuovi presuli, che lunedì prossimo incontreranno il Santo Padre, che partecipano ad un Convegno organizzato per loro dalla Congregazione per i Vescovi. “Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro”, ha detto il porporato nell’omelia, citando il Vangelo di Luca. Un compito fondamentale, quello di guidare una porzione particolare della Chiesa per condurla alle “amabili dimore del Signore”, che si può svolgere solo a imitazione di Cristo, che “si è umiliato fino alla morte di Croce per salvare ogni uomo che il Padre gli ha affidato”. La parola greca “episcopos”, da cui deriva etimologicamente “vescovo”, inoltre, evoca un modo di “guardare”. Il vescovo è dunque “custode”, “sorvegliante”, colui che “vede nella prospettiva di Dio”, cioè vede l’essenza dell’uomo e si adopera perché la sua anima non s’immiserisca, proprio come Cristo era il “vescovo delle anime”, diceva San Pietro. Ma il vescovo è anche “sentinella”, che da un luogo elevato scorge da lontano ciò che sta per accadere e sta in alto con la propria vita, come rifletteva San Gregorio Magno, pastore di cui la Chiesa ha celebrato memoria una settimana fa. Il vescovo, infine, è un “pastore”, che pascola e custodisce il gregge, facendo attenzione che siano saziate la sua fame e la sua sete. La Parola di Dio è il nutrimento di cui l’uomo ha bisogno: l’annuncio del Vangelo, infatti, come scrive San Paolo, è la costante del servizio episcopale. Il cardinale Bertone ha poi invocato lo Spirito Santo affinché faccia scendere sui nuovi vescovi il dono del consiglio e il dono della fortezza, per svolgere “l’esaltante missione di guidare il popolo di Dio” e “correggere, all’occorrenza, con carità e fermezza, quelle situazioni dottrinali, pastorali e liturgiche non conformi all’insegnamento e all’autentica prassi ecclesiale” e ha affidato il ministero episcopale dei nuovi vescovi a Maria Santissima, Regina apostolorum, affinché li sostenga con tenerezza materna.
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