(testo del suo ultimo discorso morto il 16 luglio 2011)
Onorevoli leader di governi, membri del corpo diplomatico, cari visitatori e voi tutti miei fratelli e sorelle, vi invito a raccogliere i vostri cuori in preghiera.
Preghiamo:
Dio di ogni grazia, in questo giorno dell’indipendenza della nuova Repubblica del Sud Sudan, rivolgiamo umilmente a te le suppliche struggenti del salmo 51, cantato in tempi antichi dalla guida scelta per il tuo popolo, il re Davide. Ascolta con pietà, o Signore, le sue e le nostre preghiere:
“Abbi pietà di noi, o Dio, nella tua bontà.
Dona segni di guarigione alla nostra nazione
perché tu non sei un Dio
che si compiace del sacrificio
ma piuttosto un Dio che ci chiama ad essere il suo popolo
per nutrire un cuore umile e contrito,
un popolo che ascolta e obbedisce alla tua parola.
Dio di misericordia, nella tua bontà,
rimani con noi e fa che possiamo essere capaci di ricostruire le mura
della nostra Gerusalemme
che è la nostra nuova Repubblica del Sud Sudan”.
Innanzitutto gridiamo a te con il tuo re Davide e tutti i martiri, i patrioti e gli eroi sudanesi: “Signore, tu non sei un Dio che si compiace del sacrificio. Sì, Signore, abbiamo avuto sacrifici e sangue versato a sufficienza nella nostra terra: 2 milioni di sudanesi sono morti in 22 lunghi anni di guerra, centinaia di migliaia di eroi, patrioti e martiri il cui sangue oggi presentiamo a te. Dio pieno di misericordia, poni fine a questo sacrificio. Sacrifico che tu non vuoi, ma che ancora oggi crea morte, fame, profughi e atrocità umane provocando sofferenza nella nostra terra.
Dolore e sacrificio a sufficienza. Come nell’Antico Testamento tu, o Dio, hai visto la sofferenza del tuo popolo e ne hai avuto misericordia, ancora una volta abbi pietà oggi del tuo popolo sudanese mettendo fine al dolore.
In secondo luogo, o Signore, consegniamo a te i nostri cuori contriti. Con sincerità ci pentiamo di essere un popolo in conflitto, diviso dall’avidità, dall’egoismo, dalla vendetta e dalla violenza nei confronti del tuo dono della vita. Tocca i nostri spiriti con la tua mano divina e compassionevole “per cambiare i nostri cuori da cuori di pietra in cuori di carne”… per renderci capaci di perdonare, così come il Tuo Figlio ci ha perdonati, per farci diventare popolo di riconciliazione, perché non può esistere una nazione divisa. Da ogni lingua, tribù e gente unisci il tuo popolo sudanese in un’unica nazione.
Con cuore umile e contrito la nostra nazione oggi promette di ascoltare e obbedire alla tua parola, in modo tale che il governo dei nostri leader, le parole e lo spirito della nostra Costituzione, così come la voce della coscienza di ogni sudanese riconoscerà, rispetterà e adempirà la tua Legge Divina nella nostra terra.
Imprimi nel profondo dei nostri cuori le parole di tuo Figlio Gesù perché noi vogliamo adempiere al suo comandamento: “Ciò che desidero è misericordia, non vendetta, poiché mia è la vendetta”. “Non rispondete al male con il male, ma ripagate il male con il bene”. E soprattutto: “Perdonatevi gli uni gli altri come io vi ho perdonati”. E così saremo capaci di conquistare ogni giorno la pace, la libertà e la prosperità per la nostra nazione.
E ora, o Signore, arriva il nostro impegno. Con gioia ti ringraziamo nel giorno dell’indipendenza per la grazia di una nuova nazione e di una bellissima madrepatria. Congiungiamo le mani insieme a te, nostro Padre, e tra noi reciprocamente per ricostruire le mura di Gerusalemme, che è il nostro Sud Sudan.
Crediamo che “finché il Signore costruisce la casa, invano la costruiranno i lavoratori” e per questo, promettiamo solennemente di costruire la nostra nuova nazione riponendo piena fiducia in te, nostro Dio. Al contempo siamo consapevoli che tu hai affidato il Sud Sudan al lavoro delle nostre mani.
Perciò fa che possiamo amare il nostro Paese alla stregua dei nostri patrioti che per esso diedero la vita. Donaci il coraggio e la saggezza di lavorare in modo onesto. Rendici capaci di lavorare insieme alle altre nazioni del mondo con sincera solidarietà per la nostra crescita.
Siamo già grati per tutto ciò che le altre persone e nazioni faranno per noi. Ma pianta nel profondo nelle nostre anime sudanesi la consapevolezza che ciò che davvero conta per la nascita di una nuova nazione è che noi, come individui del popolo sudanese, faremo la nostra parte per il Paese. Non dovremo dunque chiederci cosa faranno gli altri per noi, ma cosa noi, sud sudanesi, faremo per il Sud Sudan. Allo stesso modo non dovremmo dipendere da ciò che altri ci offriranno, ma piuttosto dal duro lavoro delle nostre mani, dei nostri cuori e delle nostre menti per provvedere alla nostra famiglia e al bene comune della nostra nazione.
E le parole profetiche del salmo 85 diventeranno realtà per il Sud Sudan:
“La prosperità sarà nella nostra terra.
Giustizia e pace si baceranno
La verità sgorgherà dal cuore
La giustizia sorveglierà dal cielo.
Il Signore ci donerà abbondanza
e la nostra terra darà i suoi frutti.
La prosperità camminerà davanti al Signore
e il bene lo seguirà”.
Che la benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo scenda su ciascuno di noi uniti qui a celebrare l’indipendenza della nuova nazione del Sud Sudan. Amen
Mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek
Morto sabato 16 luglio 2011
- Home
- Vescovo
- Diocesi
- Uffici e Servizi
- Curia
- Comunicazione
- Metropolia
- Documenti
- Giubileo 2025
- Cerca