Rispetto del sonno e del cibo, almeno un pasto fatto come si deve meglio se in comunità, vita regolare, la preghiera è indispensabile, almeno due ore al giorno. «La gente può aspettare, non fatevi condizionare dall’esterno, mai funzionali al sacro, salvate l’ordine». Mons. Beniamino Pizziol parla ai suoi sacerdoti con qualche raccomandazione da «buon padre di famiglia». Ma soprattutto parla da nuovo allenatore che a inizio campionato ha preso in carico la squadra rimasta per sette mesi senza guida, dopo la nomina di Nosiglia a Torino. Il vescovo debutta all’assemblea generale del clero all’inizio dell’anno pastorale, anche se dal suo ingresso avvenuto il 19 giugno scorso in Cattedrale, tra ali di folla, ha già incontrato in colloqui personali 130 sacerdoti e si è fatto più di qualche idea degli stati d’animo.«Sono arrivato in una terra dove scorre latte e miele – dice strappando il sorriso compiaciuto dei convenuti – con qualche goccia di aceto». Ieri la “squadra” si è presentata a ranghi compatti davanti al suo pastore: da tempo – si sussurrava – non si vedeva un’aula magna del Seminario così gremita, 450 sacerdoti, un clima carico di attesa e serenità. Pizziol ha rimesso in moto la chiesa, a modo suo.
NIENTE PROGRAMMI. Nessun programma pastorale preconfezionato calato dall’alto tanto per cominciare. Il vescovo propone le tre piste lasciate da papa Benedetto XVI nella memorabile visita a Nordest dei mesi scorsi e anche in vista del secondo convegno delle Chiese del Triveneto il prossimo aprile ad Aquileia: una nuova evangelizzazione del Nordest, il dialogo con le culture del nostro tempo, l’impegno per il bene comune. «È conveniente – chiede Pizziol – inserirsi in questo percorso, fuori dai localismi, dentro ad una chiesa universale. Fate – dice – quello che potete».
L’ASCOLTO. Un’ora abbondante d’interventi hanno caratterizzato l’assemblea. Ma già nelle scorse settimane il vescovo ha dato prova – così gli ha riconosciuto il clero – della capacità di ascolto. «Incontrando 130 sacerdoti ho notato non poche situazioni d’isolamento e solitudine dalla comunità diocesana, alcune fragilità, qualche stanchezza nell’esercizio del ministero». Situazione anche legate al notevole innalzamento dell’età media dei sacerdoti, accanto al sempre maggiore carico d’impegni. Pizziol annuncia peraltro un secondo round di nomine. Gocce di «aceto» nella terra di «latte e miele» che il vescovo confessa di aver trovato nella nuova Diocesi. Ma davanti al clero distilla fin d’ora alcuni suggerimenti.
I CONSIGLI. Raccomandazioni per non farsi travolgere: «Rispetto del sonno e del cibo, almeno un pasto ben fatto, magari condiviso in comunità, una vita regolare». Ma soprattutto la preghiera: «Non trascuratela sommersi dagli impegni quotidiani, la gente può aspettare, non bisognerebbe farsi condizionare dall’esterno. La preghiera è indispensabile, un campanello d’allarme che mette a rischio il ministero se non curata a sufficienza: lodi, vespri, la messa, magari anche il rosario. Sono molto preoccupato quando vengo a sapere che gli esercizi spirituali stanno scomparendo, sono altresì contento di apprendere che gli incontri di formazione continua sono sempre partecipati. Due ore di preghiera danno senso a tutta la giornata e aiutano ad assumere molte scelte di testimonianza». La mattinata giunge al termine. Scocca mezzogiorno e in Seminario si serve il pranzo per tutti. «Irrinunciabile».
(Fonte: Il Giornale di Vicenza)