Questo seminario, che dà avvio ai convegni catechistici regionali, ha anche l’effetto di far risaltare la soggettività e la vitalità delle Chiese particolari e delle comunità locali; a queste si dirigono i servizi della Conferenza episcopale in tutte le sue articolazioni. Servire la vitalità delle comunità di fedeli sparsi lungo il territorio nazionale: qui sta lo scopo del nostro impegno, che si manifesta in maniera significativa nei convegni che vi preparate a promuovere nelle vostre regioni. Abbiamo bisogno di camminare insieme e uniti, ma abbiamo bisogno di camminare tutti, cercando di non lasciare indietro nessuno.
Che si tratti poi della iniziazione cristiana dice che abbiamo a cuore lo snodo decisivo della vita cristiana e che ci prendiamo cura del momento sorgivo dell’appartenenza e della identità ecclesiale. Siamo ad un passaggio cruciale, dopo anni di riflessione, di ricerca, di molteplice esperienza. In un tempo che reclama una rinnovata attenzione all’educazione, l’iniziazione cristiana si offre come il cuore della sua realizzazione ecclesiale. E questo, in intenzionale sintonia con la guida dei Vescovi italiani. Ci prepariamo a raccogliere i risultati e le proposte di questo lavoro corale negli anni prossimi, mentre il pensiero in questa prima fase va agli adulti e alla loro formazione, prima che alla loro responsabilità educativa, come voi stessi avete messo a tema nel convegno del giugno scorso.
Far crescere nuovi cristiani è il senso della fecondità della Chiesa, di cui noi per primi ci nutriamo mentre non ci stanchiamo di farne motivo della nostra assidua dedicazione. Tutto questo, dunque, portiamo sull’altare, in atteggiamento di operosa docilità, verso la Parola, innanzitutto, che apre al dono della comunione. È quanto chiede per noi il canto al Vangelo: «Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti». Il cuore ha bisogno di piegarsi, o meglio di lasciarsi piegare, sottomettendosi alla sovranità dell’unico Signore, la cui legge è dono di grazia. Non si racchiude forse in questa attitudine fondamentale il senso stesso della fede? E non è a questa fede che vorrebbe condurre tutto il cammino di iniziazione cristiana? Scoprire sempre di più che Dio c’è, è attento e vicino; educare al senso di Dio e della sua presenza, far crescere nella coscienza e nella responsabilità della risposta al suo dono, nella grandezza dell’essere chiamati ed eletti figli.
Aiutare a scoprire ed educare il senso di Dio, della sua inarrivabile trascendenza e della sua prossimità e immanenza, così che nessun luogo lo può contenere ma anche che Dio stesso non teme di farsi cercare e riconoscere a partire da un luogo concreto. Un Dio che è fedele alle sue promesse, non si ritrae dai suoi fedeli, ma è disponibile ad ascoltare e perdonare. A caratterizzare una appartenenza ecclesiale già di per sé debole e una cognizione dottrinale piuttosto labile è spesso un evanescente senso di Dio e della relazione personale con lui. Iniziare davvero ha a che fare con il mistero, cioè con la presenza e l’iniziativa di Dio che amichevolmente si avvicina senza vedere sminuita la sua immane alterità.
Ma l’iniziazione ha a che fare anche con la coerenza e concretezza di giudizi di verità e di scelte di comportamenti. Allo sguardo acuto di Gesù il legalismo si appalesa come la pratica dell’empietà, perché votato a disattendere sistematicamente la volontà del legislatore supremo. Senza disfarsi impunemente della lettera del decalogo, il timorato di Dio invece va al cuore della legge, non per aggirarla o saltarla, e quindi trasgredirla, ma per inverarla nel casto congiungimento del cuore e della vita, delle intenzioni e delle azioni. Iniziare alla vita cristiana è operazione che connette la volontà originaria di Dio – sempre attinta da un infallibile intuito di fede – e la volontà di bene priva di secondi fini del vero credente. Non è un caso poi che l’empio legalismo renda spietati anche verso quelli della propria casa, mentre il cuore puro del credente è sensibile, non è lontano da Dio, e perciò nemmeno da coloro che Dio ama.
L’iniziazione è, ancora, educazione al discernimento del filo rosso della tradizione che risale fino alla volontà originaria di Dio, perseguito con infinita accuratezza in mezzo al groviglio di tradizioni inventate che da quell’origine si sono penosamente allontanate. Sono convinto che voi siete testimoni qualificati di una operosità ecclesiale che ha cura del senso evangelico della iniziazione cristiana. La fede incessantemente si ravviva nelle contrade più remote del nostro paese, instancabilmente suscitata dallo Spirito e alimentata dalla testimonianza e dalla catechesi attive nelle nostre piccole e grandi comunità. Il lavoro dei prossimi convegni regionali faccia risaltare quest’opera nascosta e straordinaria, per dare nuovo slancio alla missione evangelizzatrice della Chiesa. La nostra fiducia si rafforza ora nella preghiera comune e nella celebrazione dell’Eucaristia, alla quale affidiamo ogni nostro proposito e ogni nostra attesa.