“I giovani: dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni” è stato il tema dell’assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali che si è svolto, sabato 3 marzo, presso il Centro Pastorale diocesano. Ad introdurre l’incontro un momento di preghiera guidato dal vescovo Mons. Trasarti. “Vorrei esprimere un grazie a tutti. La Caritas è fatta prima di tutto dal buon Dio che ci chiama con amore. Oggi nella Chiesa occorre formarsi.Occorre fare carità intelligente e prudente che non significa fare discriminazioni.Dobbiamo farci carico, soprattutto pensando che qualcuno si è fatto carico di noi.L’augurio è che tutte le associazioni di volontatiato abbiano, con il tempo, un unico comun denominatore: caritas”. Angiolo Farneti, direttore della Caritas diocesana,ha introdotto il relatore della serata don Mimmo Battaglia, sacerdote di Catanzaro,sacerdote “di strada”, sempre in prima linea nella prevenzione delle dipendenze ed è presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.Don Battaglia ha ripreso il Vangelo della scorsa domenica, partendo dal deserto. “Il deserto è l’unico posto dove è possibile riscoprire l’essenziale. Gesù nei quaranta giorni fa sua la parola generatrice di tutto il suo messaggio, il Regno di Dio. Noi dobbiamo cercare nel deserto l’essenziale. Ora, non è deserto morale quello che esprime la classe politica? Non è un miraggio da deserto il futuro dei nostri giovani? Proprio questo deserto può farci riscoprire l’essenziale. Il nostro educare nasce dalla riscoperta di bisogni profondi, dalla fame e dalla sete di giustizia. Io nella mia vita ho imparato che vivo di persone, vivo delle mie sorgenti. La vocazione alla strada che io vivo è un dono di Dio, nel luogo dove noi incontriamo l’altro. Credo – ha messo in evidenza don Mimmo – che sia necessario ripensare il nostro impegno come ad una storia di cammino condiviso in cui devo lasciare all’altro anche la possibilità di essere responsabile della mia crescita. Nessun volontariato ha senso se è fine a se stesso senza farsi battaglia per il cambiamento. Davanti ad un fratello che soffre dobbiamo chiamarli per nome, riconoscerli, dare loro dignità. Per il Vangelo il povero non è l’anonimo, ma ha il volto di Dio. La carità non è una questione di scelta, perchè non si possono scegliere le persone che hanno bisogno. In ognuno di noi è nascosta una parte di povertà da cui noi vorremmo fuggire”.Don Mimmo ha concluso il suo intervento citando la canzone di Battiato “Lacura”. “Battiato inizia la sua canzone con il concetto di protezione. Il nostro mondo del volontariato deve essere un luogo di protezione, in cui la presenza degli altri ci renda più forti. Il processo di cura è attento al tempo e al mondo. Non ci può essere cura dal disagio se non c’è la costruzione di una giustizia sociale”.
a cura di E. P.