Nel mese di febbraio il vescovo Mons. Armando Trasarti inizierà la visita pastorale. Abbiamo chiesto a don Marco Prosciutti, vicario per la Pastorale, di spiegarci i contenuti della visita.
Che cos’è la Visita pastorale?…
E’ la visita del nostro Vescovo Armando a tutte le comunità, una delle principali forme, collaudate da un’esperienza secolare, con cui il Vescovo, segno di Cristo buon pastore, rinsalda i legami di comunione con i membri del popolo di Dio, conferma, esorta e consola spingendo tutti e ciascuno ad un rinnovamento interiore, ad una più generosa disponibilità per la missione.
Non è quindi innanzitutto e semplicemente un’ispezione, un fatto burocratico.
Non è nemmeno una serie di celebrazioni esteriori, un evento in più che si somma alle tante iniziative promosse da una Chiesa locale.
E’ un dono di Dio per la Diocesi tutta.
Un dono per il Vescovo che nell’esercizio del suo ministero viene accolto e riscoperto come servo dei servi, come maestro, sacerdote e pastore della diocesi perché immagine viva, segno efficace di Cristo Gesù e quindi in Lui principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare.
E’ un momento speciale, anzi unico, per le parrocchie, per ogni battezzato, l’occasione propizia per ravvivare le energie di quanti sono stati chiamati alla vita cristiana e alla testimonianza del vangelo. Può davvero risvegliare il fuoco della passione spingendoci a ritornare alle radici dell’amore. Ci chiede di accogliere sempre e di nuovo Cristo Signore e quindi di convertirci a Lui con tutto il cuore, di lasciarci modellare dal vangelo, di consolidare la comunione fraterna, la collaborazione e corresponsabilità fra cristiani e infine ci offre anche l’opportunità di verificare la genuinità delle scelte pastorali operate e l’efficacia dell’organizzazione e strutture adottate.
Quindi si controllano anche i libri contabili, i registri, l’amministrazione del patrimonio, l’organizzazione pastorale delle parrocchie e delle vicarie?
Certo anche questo. Ma verrà fatto soprattutto prima della visita pastorale vera e propria, con l’aiuto di alcuni convisitatori scelti dal Vescovo per aiutare la Diocesi nella fase preparatoria. Potranno coadiuvare le singole parrocchie e le zone pastorali a verificarsi anche su questi aspetti estremamente concreti della nostra vita per migliorare sempre più la qualità e l’efficienza delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale (consigli, registri, organismi, commissioni, immobili..) perché, ogni parrocchia diventi ogni giorno di più quello che è per dono, comunione di carismi e ministeri, spazio di umanizzazione della vita, laboratorio di testimonianza e missione, casa di preghiera, fraternità apostolica.
Ma come ci si prepara?
Il Vescovo sta’ già predisponendo un Direttorio da offrire come sussidio a tutte le comunità.
C’è una preparazione remota che consiste nel preparare i cuori, nel ricordare il senso, nel catechizzare l’evento, nel creare il clima di fede più adatto, perché la Visita Pastorale venga vissuta da tutti come un dono di Dio, una possibilità di crescita interiore ed esteriore e non come una vuota e sterile formalità. A questo scopo le parrocchie e le zone pastorali si riuniranno per organizzare le tante iniziative possibili, per strutturare un preciso calendario di incontri e attività. Ma da subito tutti possiamo contribuire pregando, ricordando l’evento nell’Eucarestia domenicale, affidandolo al Signore che feconda il nostro fare perché ogni cosa concorra a far crescere il Regno di Dio.
C’è poi chiaramente una preparazione prossima che consisterà nella stesura di una relazione sintetica da presentare al vescovo con l’agenda delle iniziative concrete e l’indicazione di quello che ogni parrocchia sta vivendo: le cose belle, le difficoltà, i progetti elaborati, le iniziative improntate, le sfide e le scelte prioritarie intuite come possibili piste per il futuro. In questa fase si tratterà anche di informare e sensibilizzare il maggior numero possibile di famiglie, di persone da coinvolgere nell’evento.
Ma concretamente in cosa consiste la visita, quali sono le iniziative possibili?
Il vescovo comincerà la sua Visita in maniera trasversale, incontrando cioè nella prossima quaresima ammalati, anziani e operatori sanitari nelle case di cura, ospedali, nelle case di riposo e, subito dopo, le comunità religiose maschili e femminili, di vita attiva e contemplativa.
Solo dopo l’estate, alla fine di settembre procederà nella forma tradizionale, cioè in maniera geografica, partendo dalla zona pastorale di Fossombrone. La vicaria si è già riunita per cominciare a costruire l’evento. Il Vescovo vivrà momenti organizzati a livello zonale e altri, la maggior parte, nelle singole parrocchie di quel territorio. Più precisamente ci sarà una celebrazione di apertura e un’assemblea di chiusura a livello vicariale. Qualche incontro generale con il mondo del lavoro, i giovani, catechisti e altri operatori. Ma poi in ogni singola parrocchia il vescovo vivrà incontri programmati con il Parroco e gli altri sacerdoti e diaconi (personalmente), quindi con il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici, con il gruppo dei catechisti, animatori della liturgia, caritas ed altri operatori pastorali, con i bambini, i ragazzi e i giovani, con gli sposi, le famiglie, alcuni anziani e malati nelle case e anche con le singole persone che lo desidereranno. Potrà conoscere più da vicino e incontrare altre realtà importanti presenti sul territorio come il Consiglio comunale, le scuole, la Pro-loco, circoli culturali e altre istituzioni che lavorano per il bene comune.
Quali attenzioni devono emergere in maniera particolare nella celebrazione della visita?
Il Consiglio Pastorale Diocesano riunito per offrire al Vescovo indicazioni circa la Visita Pastorale ha sottolineato tra le tante cose possibili da vivere da una parte la necessità dell’ascolto e dall’altra quella di mettere in rete le forze, di promuovere la collaborazione interparrocchiale, una pastorale integrata e integrale.
Sicuramente il vescovo potrà ascoltare con maggiore calma e disponibilità le comunità e le altre realtà presenti sul territorio. Senza la preoccupazione di offrire risposte immediate, soluzioni facili. L’ascolto sarà l’atteggiamento di fondo, la preoccupazione principale.
E siccome è finito il tempo della parrocchia autosufficiente, la Visita Pastorale potrà anche aiutare la nostra Chiesa locale a vivere una vera conversione missionaria della pastorale, a superare i campanili individuando e sperimentando aree di collaborazione, nuove ministerialità, servizi interparrocchiali in una logica di grande apertura e integrazione. Le unità pastorali saranno il futuro delle Diocesi italiane e verso questo futuro dobbiamo orientare lo sguardo e il cuore.