“Dammi un po’ d’acqua da bere”

centro_giovanni_paolo_II_campo_ecumenico_0171«Dammi un po’ d’acqua da bere». Da queste parole ha preso il via la veglia di preghiera per l’unità dei cristiani che si è tenuta la sera del 24 gennaio in cattedrale a Fano. Nello stile ecumenico di chi vuole rischiare l’incontro con l’altro e vedere nella diversità una ricchezza prima, di iniziare a pregare, nella piazzetta antistante la chiesa il coro “Una scuola di note” della scuola Primaria F. Tombari e il coro “Song Gopsel Choir” hanno richiamato anche i più disattenti a riflettere sulla pace e sull’amicizia tra i popoli attraverso bellissime melodie.

La Veglia ha continuato ad essere una sinfonia di linguaggi e di espressioni, e come il pastore Giovanni Traettino, evangelico pentecostale ci ha suggerito nell’incontro tenutosi durante la settimana, l’assemblea era veramente una “diversità riconciliata”.

Il Vescovo Armando ha accolto tutti nella cattedrale. Era presente una delegazione di luterani di Aahrus in Daminarca, un gruppo di giovani ortodossi della diocesi di Carancebes che con Padre Nicu partecipano ormai da anni al meeting ecumenico che si tiene a Loreto presso il Centro Giovanni Paolo II, i sacerdoti ortodossi che nella nostre diocesi servono coloro che appartengono a questa confessione, e il pastore Michele Abiusi della Chiesa Avventista del Settimo Giorno che ha tenuto la predica sul testo della donna Samaritana.

Una “convivialità delle differenze” dove ciascuno partendo dalla riscoperta del proprio battesimo (ciò che ci unisce) ricevuto nel segno dell’acqua, ha potuto essere protagonista nel comunicare una fede che se accolta nel suo essenziale non può che ricondurci all’unica sorgente, Cristo Gesù. Molto significativa la presenza di un gruppo di rifugiati politici accolti nella nostra diocesi a testimonianza del fatto che l’ecumenismo non è qualcosa per aristocratici della fede ma una realtà culturale di fondo che ci aiuta a riconoscere nella diversità di lingue ed etnie, il volto multicolore e multiculturale di un Dio che tutti vuole prima si rivela prima di tutto in chi chiamiamo straniero e forestiero. Non è forse questa la lieta notizia dell’incontro tra il Gesù giudeo e la donna samaritana?

Abbiamo pregato: «O Dio di eterna compassione, nel nome del tuo Figlio Gesù che, da straniero, chiese da bere a una donna samaritana: donaci la sapienza per ascoltare la tua voce che ci chiama all’unità nella diversità». Nei giorni in cui celebriamo anche la giornata della memoria non disperdiamo il prezioso e abbondante seme di amicizia e di fraternità di riconciliazione e di pace: è questa l’acqua viva che zampilla per la vita eterna!

Don Francesco Pierpaoli

foto http://www.giovaniloreto.it/