Imparare la lingua dell’”accogliese”

Un incontro molto interessante, partecipato, dinamico, ricco di stimoli e coinvolgente quello che si è tenuto lunedì 18 febbraio al Centro Pastorale Diocesano e che ha avuto come filo conduttore “Vivere e custodire relazioni vere nelle nostre comunità”. A introdurre la serata e il relatore il Vicario per la Pastorale don Francesco Pierpaoli che ha ribadito l’importanza, anche per i presbiteri, di riflettere su queste tematiche.

La parola poi al dottor Raffaele Mastromarino, docente, psicoterapeuta e supervisore, sia individuale che di gruppo, presso la Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica per l’Istituto IFREP di Roma e presso la Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, che, in maniera molto coinvolgente, ha focalizzato l’attenzione sul tema delle relazioni in particolare su come si costruiscono buone relazioni con l’altro e all’interno di una comunità.

“Se vogliamo vivere relazioni vere – ha messo in evidenza Mastromarino – dobbiamo parlare la lingua dell’ ‘accogliese’, la lingua dell’ascolto, dell’accoglienza, e per fare ciò dobbiamo essere proponenti e rispondenti. Essere proponenti – ha proseguito Mastromarino – significa essere attivi, spiegando e ricordando, se necessario, come le cose vanno fatte, essere capaci di stimolare e incoraggiare la capacità dell’altro di pensare con la propria testa. Essere rispondente significa essere contenitivo fidandosi di sapere accogliere ciò che viene dall’altro accettando le proposte e l’attenzione dall’altro, essere assertivo, sapendo scegliere liberamente, in base al contesto, come esprimersi tenendo conto dei suoi pensieri, sentimenti e muovendosi di conseguenza”.

Mastromarino si è poi soffermato sui tre processi di copia per quanto riguarda le relazioni: l’identificazione ovvero comportarsi come si comportava l’altro, la ricapitolazione comportarsi come ci si comportava verso l’altro e l’introiezione ovvero trattare se stessi come si era stati trattati dall’altro. Spazio anche alle competenze per facilitare il funzionamento di un gruppo fra le quali il sapere, il saper fare e il saper essere.
Per mettere in pratica ciò, Mastromarino ha invitato i numerosi presenti a dividersi in piccoli gruppi e a riflettere insieme su questi concetti non sempre facili, specie in determinate situazioni di stress, da mettere in pratica.

Per scaricare la sintesi dell’incontro di Mastromarino del 18.02.2019 clicca qui

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