Incontro ecumenico con il cardinale Zuppi

Imparare a riconoscersi fratelli

In occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani giovedì 21 gennaio si è tenuto, sulla piattaforma ZOOM, un incontro di formazione insieme al Clero, ai diaconi, ai religiosi della Diocesi di Pesaro, Urbino e Fano con la presenza del cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi. Dopo l’introduzione affidata all’Arcivescovo di Pesaro, Mons. Piero Coccia, che ha ringraziato tutti, in particolare le commissioni ecumeniche diocesane e i loro responsabili per il loro grande impegno e ha ricordato l’importanza di valorizzare il cammino ecumenico e ha guidato il momento di preghiera, don Vincenzo Solazzi, direttore dell’Ufficio Diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dopo aver presentato anche gli ospiti in collegamento dalla diocesi ortodossa di Carancebes (Romania) e da quella di Linkoping (Svezia), ha dato la parola al cardinale Zuppi che ha tenuto una interessante relazione sul tema “Il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso alla luce dell’Enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’ ”. “Se l’enciclica Laudato Sì – ha sottolineato il cardinale – ci ha permesso di riflettere che siamo casa comune dono di Dio, Fratelli tutti è l’indicazione per imparare a riconoscersi fratelli. Oggi – ha proseguito Zuppi – l’unità viene facilmente messa in discussione dal tarlo dell’individualismo. Pur sapendo che il tutto è superiore alla parte, spesso ci si sofferma di più su quest’ultima. Perché ci sia fraternità c’è bisogno di riconoscersi credenti in chi ti rende fratello degli altri. Da questo nasce la solidarietà”. Dobbiamo passare dall’altro al noi. L’arcivescovo di Bologna, riferendosi al periodo di pandemia che stiamo vivendo, ha messo in evidenza come il kayros di questa pandemia sia proprio il cercare l’unità. “Non si fa dialogo interreligioso – ha affermato il cardinale – senza la lingua dello Spirito». Il dialogo non è questione da salotto. Occorre costruire il futuro con la consapevolezza del presente rendendoci conto che molte volte la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci fa vivere un’esperienza che non tocca poi la ferialità degli altri giorni dell’anno. Solo un cattolico nuovo, un uomo dello spirito potrà percorrere las tarda che manda all’unità. Nel suo intervento, Zuppi ha citato diverse parti dell’enciclica Fratelli tutti che ha definito un «abecedario» per il dialogo e la fraternità. Ha così evidenziato Il rapporto stretto tra locale e universale (nn 143-146) che riconosce agli altri il diritto di essere se stessi. Il Consiglio finale che ci viene dall’enciclica riguarda la gentilezza (nn 222-224), che è lo stile di vita da avere all’interno e all’esterno della Chiesa e il primo modo per coesistere. Papa Francesco dice che la gentilezza è un modo di trattare gli altri che si manifesta in diverse forme: come gentilezza nel tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano», invece di «parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano».

Il cardinale ha concluso il suo intervento citando quello che ha definito il sogno della Fratelli Tutti: l’impegno arduo per superare ciò che ci divide senza perdere l’identità di ciascuno presuppone che in tutti rimanga vivo un fondamentale senso di appartenenza.