Alla scoperta delle radici cristiane della Russia

14.31ftPellegrinaggioRussiaCon spirito ecumenico, un gruppo di oltre settanta fedeli della diocesi di Fano, Cagli, Fossombrone, Pergola e della diocesi di Fermo, sotto la guida del Vescovo Armando e di otto sacerdoti, tra cui il direttore dell’ufficio diocesano pellegrinaggi don Giuliano Marinelli, ha compiuto, nell’ultima settimana di luglio, un pellegrinaggio alle sorgenti dell’Europa cristiana con la visita di S. Pietroburgo, Mosca e alcune città dell’Anello d’oro come Sergiei, Posad, Suzdal e Vladimir.

Il viaggio è stato intenso, ricco di momenti artistici, culturali. L’auspicio emerso, ricordato nelle omelie dal Vescovo, è che il dialogo interreligioso sia una costante spirituale e culturale e favorisca la pace nel mondo in questo tempo insidiato da tanti conflitti.

Un folto numero di pellegrini guidato dal Vescovo Armando ha ripercorso la storia russa nelle sue profonde e radicate confessioni cristiane.

Ha stupito la monumentalità e la ricca articolazione dei complessi monastici dell’Anello d’Oro: della Trinità di S. Sergio a Posad, del Salvatore e di S. Eufemio a Sudzal.

L’ideologia comunista, affermatasi con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, ha voluto liberare l’uomo dal “servaggio” religioso, per cui sistematicamente ha distrutto chiese e monasteri, ha vietato qualsiasi confessione e culto destinando a deposito, fabbrica e stalla le più belle e affrescate chiese, chiudendo Seminari e deportando in Siberia sacerdoti, monaci e credenti, oltre ai dissidenti politici.

Con la fine rovinosa di quel regime totalitario, con fatica ma con forza, stanno emergendo dalle tenebre degli orrori umani le Cattedrali con le loro cupole dorate a testimoniare l’inestinguibile e insopprimibile bisogno di Dio. Il cieco furore delle ideologie atee che le aveva condannate alla profanazione, alla devastazione, alla distruzione, al silenzio si è arrestato davanti al giudizio del Tempo. Dalle pareti istoriate, Santi ed Angeli fissano immobili ed estatici la folla che ritorna a contemplarli nella sua eterna mendicanza di Dio, mentre dai cinque ordini delle risplendenti iconostasi la Madonna volge il suo dolcissimo sguardo sull’umanità orante. La Madonna con varie denominazioni geografiche derivanti dalle città capitali prima di Mosca: di Kiev, di Kazan, di Smolesk, di Vladimir…, è declinata come Eleousa (della tenerezza), Odighitria (indica la via della Salvezza), Platitera ( più ampia dei cieli), Basilissa (regina). Le forme e i colori derivano dalla iconografia bizantina, ma hanno accenti di straordinaria spiritualità, immersi come sono nella glorificazione di Dio. Le sante immagini delle icone sono espressioni del Mistero dell’Incarnazione e della Resurrezione; nell’economia divina attestano una Presenza che ci viene offerta, che si rivela a noi per santificarci.

Abbiamo sostato in preghiera contemplativa davanti alle pagine evangeliche affrescate nelle stupefacenti Cattedrali di Mosca e di S. Pietroburgo senza essere distratti dai bagliori delle porte dorate, dalle meravigliose iconostasi, dai baldacchini rutilanti di velluti e di oro degli zar, dalle sontuose tombe regali.

Preghiere e meditazioni sono state il filo rosso del nostro pellegrinaggio, incardinandole nella sacra liturgia quotidiana. Nella chiesa di S. Luigi dei Francesi a Mosca, nascosta fra i palazzi del KGB, sulla scorta di Gv. 17, 20-26, il Vescovo evidenzia la preghiera finale di Cristo per i suoi seguaci affinché “siano perfetti nell’unità”.  E’ necessario perciò riconoscersi, evitando pregiudizi e pregando instancabilmente. Del resto le enormi difficoltà delle Chiese Cristiane sopravvissute sono state elencate dall’arcivescovo di Mosca, S. E. Mons. Paolo Pezzi che regge una della Quattro Diocesi della Russia: una realtà marginale in un territorio vasto cinquanta volte l’Italia. L’Arcivescovo lamenta l’estensione geografica della sua Diocesi che arriva fino al Polo Nord, lo scarso numero dei cattolici:700.000 su 147 milioni di abitanti, la rara frequenza, gli effetti della desacralizzazione praticata per gran parte del ‘900. Ma anche la rinascita degli edifici sacri: chiese monasteri restaurati dall’Autorità politica. Riflettendo però che non bastano le mura per ricreare un popolo e una fede, Mons. Pezzi rivela che l’emergenza religiosa accomuna cattolici ed ortodossi. Insieme collaborano, in spirito di sincera amicizia, per una pastorale di evangelizzazione, per iniziative di oratori, vacanze-studio e pellegrinaggi finalizzati ad entusiasmare i giovani perché la liturgia non basta a coinvolgerli.

San Pietroburgo con le sue incantevoli dorate notti bianche, con le sue fastose ed eleganti dimore, con i suoi variopinti e curatissimi giardini, aiuole e viali; il Cremlino e le lussuose, straordinarie stazioni della Metropolitana a Mosca ci hanno donato una visione magica della Creazione Divina, della intelligenza e del bisogno di Bellezza dell’uomo. Il Monastero del Salvatore a Sudzal ci ha sorpresi per la viva memoria dei 1.000 ufficiali dell’Esercito Italiano ivi imprigionati e morti, e per il lascito testamentario di Tonino Guerra che vi ha destinato molti suoi dipinti, disegni e scritti.

Il concerto delle 20 campane a mezzogiorno ha avuto, poi, il suo degno coronamento nella Cattedrale della Trasfigurazione ove il celestiale canto di cinque monaci ha aureolato la meditazione degli affreschi sull’Ultima Cena.

Angela Frattolillo