Attraverso la passione di Gesù le nostre sofferenze possono diventare luoghi di grazia

Tanti i fedeli che, domenica 9 aprile Domenica delle Palme, hanno preso parte alla Celebrazione Eucaristica in Cattedrale presieduta dal Vescovo. Dopo la benedizione sui presenti, i fedeli sono entrati, in processione con in mano il ramo di ulivo, in duomo. “Al centro della passione del Figlio di Dio, per la salvezza del mondo – ha sottolineato il Vescovo – si svolge anche un’altra passione, più intima, ma non meno sconvolgente. E’ la passione di ciascuno di noi, di quella parte di umanità che, in noi, soffre per non essere riconosciuta, per non essere amata, e che ha una grande paura della solitudine e dell’abbandono. La passione di Gesù è anche questo. Infatti venendo in questo mondo, prendendo carne della nostra carne, il Figlio di Dio discende nelle fibre più segrete del nostro cuore, nelle tenebre più oscure del nostro essere. Lì dove nessuno di noi osa avventurarsi, se non vi è costretto dalla vita. Attraverso la passione di Gesù – ha proseguito il Vescovo – anche le nostre paure e le nostre sofferenze umane, i nostri timori di non essere riconosciuti e di non essere considerati seriamente, tutte queste paure che ci abitano e si risvegliano con le ferite della vita, possono diventare luoghi di grazia. La Domenica delle Palme – ha concluso il Vescovo – conserva il suo fascino e la sua capacità di provocare anche attraverso il ruolo ambiguo della folla. Capace di grandi entusiasmi di segno opposto, ovvero incapace di scelte profonde e continuative. Capace di accogliere e di respingere, nel momento in cui la convenienza sposta l’opinione e il rapporto con i potenti appare irrinunciabile. “Chi è costui?”. La domanda sull’identità di Gesù attraversa il vangelo perché attraversa la vita del cristiano. Non appartiene solo a momenti particolari, ma si rinnova giorno dopo giorno. E la risposta a questo interrogativo è capace di collocarsi all’interno della folla: esultante e delusa quando si accorge che l’uomo di Nazaret non è il liberatore politico atteso; curiosa ma senza un vero interesse e dunque lontana dalla possibilità di mettersi in gioco profondamente; capace, come pochi in realtà, di seguire il Signore fino al monte della croce, al monte dell’amore più grande”.

In occasione della Domenica delle Palme, il Vescovo Armando ha donato alla cittadinanza la riapertura del Gonfalone dopo i lavori di ristrutturazione.