“Il monachesimo ci fa sperimentare la lucentezza di Dio”

padre Colombano“Il monastero è un faro sempre acceso, è segno di una vita che va oltre”. Con queste parole il Vescovo Armando ha aperto, domenica 6 aprile all’Eremo di Montegiove, alla presenza di numerose fedeli, la Santa Messa in occasione dei 100 anni di padre Colombano. “Il monachesimo – ha proseguito il Vescovo – non è un recintarsi dal resto del mondo, ma un modo per sperimentare la lucentezza di Dio”. Il Vescovo si è poi soffermato sul Vangelo che narra la resurrezione di Lazzaro. “Con Lazzaro, Gesù è entrato nella morte, l’ha presa in sé, l’ha subita fino in fondo per dire altro, per parlare della Gloria di Dio”. Il Vescovo ha poi invitato i fedeli a chiedersi quali siano le tombe dei cristiani di oggi. “Una prima tomba è sicuramente una religione fatta di paura. Dio non è venuto a contare i nostri peccati, ma a dire quanto siamo amati. La paura è il contrario dell’amore. Una seconda tomba è una comunità di cristiani perfetti. L’imperfezione fa parte dell’uomo e la Chiesa stessa è fatta di uomini. L’imperfezione ci fa capire che c’è posto per tutti, che non stiamo costruendo un recinto che esclude, ma un ovile. Un’ultima tomba è una Chiesa che sia ‘tutta testa’. Noi, a volte, catechizziamo solo con la testa. Bisogna, invece, parlare al cuore della gente”. Infine, rivolgendosi a Padre Colombano, il Vescovo ha augurato che possa ancora farci pensare a Dio.