«Siamo ben consapevoli del fatto che la Chiesa è fatta di uomini che, protesi alla virtù, restano segnati dal peccato, e ciò è vero per ciascuno di noi e anche per la nostra Chiesa fiorentina». Lo ha detto il neo arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, nella sua prima messa in Duomo, durante la cerimonia di insediamento. «Sappiamo – ha aggiunto – i nostri limiti nella disattenzione nei confronti della Parola del Signore…, nella confusione che si propaga attorno alla verità su Dio e sull’uomo, nella distrazione e approssimazione delle nostre assemblee liturgiche, nell’egoismo che inaridisce il servizio ai poveri, nell’inganno che avvelena i rapporti tra le persone e offusca il nostro sguardo verso il Signore, nello scandalo nei riguardi del prossimo, specialmente quando a patirne le conseguenze sono i più piccoli». Un chiaro riferimento al caso di don Lelio Cantini, ridotto dal Papa allo stato laicale perche riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori. «Ciascuno è chiamato a rispondere personalmente delle proprie colpe di fronte alla comunità ecclesiale e alla società», ha aggiunto Betori. «Ma se queste cose accadono, è anche perché l’attenzione e la vigilanza di tutti si sono in qualche modo affievolite. Ognuno di noi, e io per primo, secondo il proprio ruolo e responsabilità, siamo chiamati a impegnarci attivamente a risalire la china, in un percorso di purificazione che non ammette alibi. Non siamo però scoraggiati né vinti, perché l’affidarsi al Signore è già l’inizio di una rigenerazione che solo lui può operare. Nè d’altra parte possiamo dimenticare i tanti segni, noti e ignoti, di novità evangelica che costellano la storia di questa Chiesa e il suo presente: la franchezza dell’annuncio, la ricerca della verità, la solidarietà verso gli ultimi, la lode al Signore, la creazione del bello attraverso l’arte. Su questi semi di bene possiamo costruire un futuro pieno di speranza per tutti».
Nella sua messa di insediamento, mons. Betori ha preferito «non proporre indicazioni pastorali: avrò modo – ha spiegato – di conoscere meglio la realtà fiorentina e di tracciare con il vostro aiuto le linee del cammino futuro. Voglio piuttosto ribadire il primato di Dio, della sua conoscenza e amicizia». Mons. Betori ha quindi richiamato la figura di don Divo Barsotti: «Dalla sua testimonianza e da quella degli altri grandi cattolici del suo tempo, e avendo appena parlato di carità e di città degli uomini non possiamo non ricordare don Giulio Facibeni e Giorgio La Pira, abbiamo ancora molto da imparare. Cercare Dio è la strada più efficace e sicura per servire l’uomo». Circa 5.000 le persone presenti all’interno della cattedrale, oltre un migliaio quelle all’esterno, che hanno seguito la cerimonia da un maxischermo. Oltre 30 i vescovi concelebranti: tra questi i cardinali Camillo Ruini, Ennio Antonelli e Silvano Piovanelli, oltre al vescovo ausiliare di Firenze, monsignor Claudio Maniago.
Piccolo fuori programma, fortunatamente senza conseguenze, Una donna, con problemi psichici, ha tirato una mela e una bottiglia d’acqua da un litro cercando di colpire, al suo ingresso in Duomo, il nuovo arcivescovo. I due oggetti sono però finiti addosso ad un operatore televisivo della Rai. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno immobilizzato la donna e l’hanno portata in Questura. Secondo quanto si apprende la protagonista del gesto sarebbe la stessa che lo scorso anno, il giorno di Pasqua, cercò di scavalcare le transenne e aggredire il predecessore di Betori, l’allora arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli.