Il vescovo porge l’altra guancia e non denuncia l’uomo che ha tentato di aggredirlo all’interno del suo ufficio nella curia di Prato, finendo per colpire con uno schiaffo una delle collaboratrici di monsignor Gastone Simoni, intervenuta in suo aiuto. Responsabile dell’aggressione è un testimone di giustizia (testimoni di giustizia sono coloro che avendo subito violenze o assistito ad atti criminosi verso altri ne hanno riferito agli organi competenti dello Stato) Giuseppe Verbaro, 61 anni, che… insieme al fratello Domenico nel 1997 denunciò di essere stato vittima del ‘pizzo’ a Reggio Calabria, contribuendo a inchiodare il clan di ‘ndrangheta dei Labate.
Secondo quanto ricostruito, intorno alle 11.30, Giuseppe Verbaro è andato in diocesi per chiedere di parlare con il vescovo. Gli è stato risposto che non avrebbe potuto riceverlo – ieri si festeggiava il doppio compleanno del settimanale ‘Toscana Oggi’ e dell’agenzia nazionale Sir (Servizio di informazione religiosa) – un ‘no’ che ha scatenato una reazione incontrollata del 61enne.
L’uomo ha cominciato a urlare e a minacciare i presenti fino a quando è arrivato Simoni. A quel punto Verbaro, dopo aver anche sollevato e scagliato una sedia, avrebbe tentato di aggredire il prelato, che è stato difeso dal personale della curia vescovile. In quegli attimi concitati, una delle collaboratrici della diocesi è stata colpita al volto.
Per calmare la situazione, in piazza Duomo sono intervenute due volanti della polizia. Sembra che all’origine dello scatto d’ira del testimone di giustizia ci fosse la richiesta di ricevere maggior sostegno dal vescovo, l’unica istituzione che continuava da anni ad aiutarlo. E non si trattava del primo episodio violento: un altro simile con minacce verbali e intervento della polizia, si era verificato nel settembre scorso.
Di tutt’altro tenore è stata la reazione dell’altro fratello, Domenico, che ha chiamato Simoni per scusarsi dell’accaduto. I due Verbaro, che vivono a Prato, sono stati estromessi dal programma di protezione, esclusione per la quale hanno anche annunciato più volte una causa contro lo Stato.
Contro Giuseppe Verbaro il vescovo e i suoi collaboratori non hanno presentato denuncia, scattata invece, da parte della polizia, per resistenza e minacce a pubblico, per il comportamento tenuto dal 61enne nei confronti degli agenti che lo stavano scortando verso l’uscita del palazzo vescovile. Proprio la curia di Prato si è interessata da anni ai due fratelli. Lo scorso agosto, il vescovo aveva scritto un appello al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, per sottoporre il caso dei Verbaro e degli altri testimoni di giustizia.
“Insisto nel chiedere che sia trovata una soluzione almeno umana per queste persone sradicate dalla loro terra e sono completamente abbandonate dallo Stato, che si sentono umiliate e trattate come oggetti scomodi” erano state le sue parole nella lettera al sottosegretario. Parole che non hanno mai avuto una risposta.