“Per i cattolici – afferma il presidente nazionale di Ac Franco Miano – è fondamentale riuscire a ritrovare, al di là degli schieramenti, quello che unisce, ossia i comuni valori di fondo che sono più forti e significativi di ciò che divide”… Se ne parla al XXIX° “Convegno Bachelet” su “Crisi della politica e bene comune alla ricerca di una rinnovata etica pubblica”, che l’Istituto e l’Ac promuovono il 13 e 14 febbraio nella capitale, dedicato come di consueto al presidente dell’Azione cattolica ucciso dalle Brigate rosse il 12 febbraio 1980. Si tratta, in altri termini, di “cercare insieme la verità, ancorché nel pluralismo e nella laicità, senza scomuniche reciproche”, pur nella consapevolezza che in ambiti come la persona e la vita umana “il bene comune non può essere frutto di trattativa”. Della “necessità di discernimento” ha parlato l’assistente ecclesiastico mons. Domenico Sigalini, sottolineando che “il politico cattolico deve tradurre in termini laici l’ispirazione del Vangelo”. “Alla scuola di Benedetto XVI – ha proseguito – dobbiamo insistere sempre più sull’importanza di argomentare le nostre ragioni”. Tre le sessioni del convegno, dedicate, le prime due, alle cause della crisi della politica e al possibile contributo dei cattolici. A fare da sfondo alla sessione conclusiva sarà l’appello lanciato dal Papa a Cagliari sulla necessità di “una nuova generazione di laici cristiani impegnati”. Fra i relatori il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace; il sociologo Ilvo Diamanti e il docente della Lumsa Giuseppe Tognon. In programma due tavole rotonde con rappresentanti del mondo politico e di associazioni cattoliche.
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