“Esperienze e linguaggi dei nuovi media non sono più riconducibili a una mappa unitaria e astratta in quanto il continente digitale è in costante movimento e trasformazione, né sopporta distinzioni nette e vincolanti tra media differenti”. È questa la ragione… del “disagio” che prova chi, pur essendo cresciuto “nel mondo della medialità”, si trova oggi a confrontarsi con i “nuovi media”. Ne è convinto Ruggero Eugeni, massmediologo e docente all’Università Cattolica di Milano, intervenuto oggi pomeriggio a Roma al convegno “Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era croossmediale”. “Le nuove forme di comunicazione – ha precisato Eugeni – non hanno territorio” poiché abitano “un continente che non è mappabile” e laddove “le relazioni comunicative devono costituirsi continuamente”. Un tempo, ha aggiunto, “c’erano luoghi che si legavano a determinati tipi di relazioni comunicative” e queste erano “ben distinte”; oggi, invece, sono le medesime relazioni, “diffuse e non focalizzate”, a “costituire la piattaforma su cui posarsi”. Proprio “questi tratti della condizione e dell’esperienza mediale contemporanea – ha concluso – chiedono un ripensamento della figura del testimone e delle forme della sua presenza”.
(fonte: www.agensir.it – foto: www.testimonidigitali.it)