“Le famiglie chiedono sostegno educativo alla Chiesa”. Bagnasco al convegno direttori uffici catechistici

bagnasco4.jpg“La passione educativa che Gesù mostra in ogni suo incontro non può essere compresa altrimenti che a partire dal suo amore, dal suo amore per la vita, per la vita di tutti gli uomini”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, intervenuto al convegno Cei su catechisti ed educazione, in corso a Bologna. “Ogni atto… educativo non può avere altra sorgente che l’amore”, ha proseguito il cardinale, e “la Chiesa, scegliendo di riflettere sul compito dell’educazione, non ha altra motivazione che l’amore per la vita che ha appreso dal suo Signore. Si educa perché si ritiene la vita dell’altro meritevole di attenzione, di cura, perché la si ritiene preziosa, più preziosa addirittura della propria”. Per il card. Bagnasco, “la riscoperta dei fondamenti di una educazione è anelito di tanti, dentro e fuori la Chiesa”, come dimostra “il consenso che si è spontaneamente creato nel nostro Paese sul tema dell’educazione”, ad esempio in “numerosi interenti della stampa laica”. Le famiglie, da parte loro, “dichiarano di aver spesso smarrito i punti di riferimento educativi”, e “lo smarrimento, il timore, a volte anche la paura di educare” riguarda anche la scuola, “incapace di scommettere sulla passione e la qualità dell’educazione”.
“I catechisti, di cui voi siete i responsabili nelle diverse diocesi, sono un’importante testimonianza dell’amore che la Chiesa ha per la vita”, ha proseguito il cardinale, secondo il quale “è tramite il loro servizio che i genitori comprendono di non essere abbandonati dalla Chiesa quando si trovano a misurarsi con la crescita dei loro figli, bensì trovano al loro fianco tutto il popolo di Dio che li sostiene nella loro missione”. “Noi siamo preoccupati – ha affermato il presidente della Cei – del tenue legame che può esistere tra le famiglie e la Chiesa, ma dobbiamo imparare ad essere ancor più preoccupati del legame stesso dei genitori con i loro figli”. Tutto ciò, a partire dalla consapevolezza che “le famiglie, spesso silenziosamente come ai tempi di Gesù, domandano oggi un sostegno educativo, desiderano maturare punti di riferimento per non scoraggiarsi nella loro missione e per non essere travolte dalla mentalità corrente”. Di qui l’importanza dell’attuale decennio pastorale della Cei, dedicato all’educazione, per ribadire che “una delle responsabilità più importanti degli adulti – genitori, catechisti, l’insieme della società civile – è precisamente quella di trasmettere la vita, la cultura, i valori, la fede che abbiamo ricevuto in dono”.