"Cristo, con il suo Vangelo, è la vera musica alternativa che non stordisce". Omelia a Brescia per le esequie della giovane morta Duisburg

“Una povertà avvolge oggi le nostre parole umane. Siamo poveri nel trovare termini che, al di là delle consuete espressioni di cordoglio, possano esprimere in pienezza sentimenti ed emozioni, disagi ed interrogativi che affiorano quando la morte crudele ed improvvisa di una vita, per di più giovane, entra prepotentemente a scuotere le nostre coscienze e le nostre scelte di vita”. Così don Federico Pellegrini, delegato vescovile per la cattedrale di Brescia, ha iniziato l’omelia dei funerali di Giulia Minola, la giovane bresciana morta alla “love parade” di Duisburg. “C’è da domandarsi – ha aggiunto don Pellegrini –se non fosse accaduta questa tragedia, chi avrebbe dato peso a questa manifestazione, domandandosi, con sincera responsabilità sociale, a quali mani di futuro i giovani affidano le loro traboccanti vivacità?”. Per il delegato vescovile, “troppi interessati e cattivi maestri continuano a carpire la naturale effervescenza giovanile, imponendo ad essa, convincendola in modo subdolo, modelli di svago e di vita che alla fine, però, si rivelano tristi agguati mortali”. Invece, “noi riponiamo la nostra speranza in Cristo, vera e sincera gioia della vita, che dona la capacità, a chi decide di seguirlo, di saper discernere tra chi vuole il nostro vero bene o lo voglia manipolare”. “Di fronte all’oscura realtà della morte, fisica e sociale – ha ricordato il delegato vescovile – è compito, impegno e dovere della comunità dei credenti esprimere la speranza di un al di là, che non per tutti è facile intravvedere, un al di là non esoterico o nebuloso ma definito e chiaro, che illumina passi e cammini della nostra città terrena e ci permette, nei momenti del dolore, campo di prova tra i più veri, di esprimere vicinanza, solidarietà e amore. È la vicinanza cristiana che vorremmo esprimere ai familiari di Giulia e a coloro che piangono la sua morte”. Oggi, ha proseguito don Pellegrini, “la Parola che Dio ha pronunciato per noi è stata come la consegna di una partitura musicale perché ciascuno di noi possa eseguirla per partecipare al grande concerto della vita”. Con “la nostra preghiera”, ha concluso il sacerdote, “affidiamo a questo concerto di vita Giulia e tutti i giovani che a Duisburg hanno trovato la morte. Cristo, con il suo Vangelo, è la vera musica alternativa che non stordisce e non manipola per secondi fini, e che vuole radunare folle immense nelle quali i giovani siano le nuove note che Dio usa per continuare a comporre la genuina musica del suo amore per la vita umana”.