Cosa pensano e come vedono i giovani la Chiesa? Milano lancia un Osservatorio permanente con l'Università Cattolica

Promuovere all’interno dell’Università Cattolica un osservatorio permanente sui giovani che “periodicamente si faccia promotore di analisi e riflessioni sulla percezione che i giovani hanno della Chiesa italiana e del suo rapporto con la società civile”. La proposta arriva dal presidente dell’Istituto Toniolo, il card. Dionigi Tettamanzi, a conclusione del convegno “Un’idea di libertà”, organizzato nella sede milanese dell’Università Cattolica per il 90° di fondazione dell’Istituto. Questa rappresenta la prima di una serie di osservazioni sulla “mission” dell’Ateneo, fornite per l’occasione dal consiglio permanente del “Toniolo”. “L’Istituto – ha spiegato il card. Tettamanzi – è chiamato ad essere portatore di dinamismo e propulsore di prospettive”, per questo “si è impegnato a maturare una serie di riflessioni sulla ‘mission’ della Cattolica”. “L’Università Cattolica – ha proseguito il presidente – può fare molto per ripresentare alla cultura dominante di oggi un vero senso della Chiesa, che è prima di tutto legata al Vangelo e che, senza la ricerca di interessi di parte, è veramente preoccupata del bene comune. Una Chiesa che ama l’intelligenza e la libertà, e che è una grande risorsa per tutto il popolo italiano”. Un cammino che deve, però, partire da una “conoscenza vera, adeguata, puntuale delle nuove generazioni”. L’intervento del cardinale Tettamanzi è stato tutto incentrato sull’attenzione ai giovani. “Sta qui la sfida di oggi – ha spiegato – poter disporre di educatori adulti che dedichino tempo e passione per accompagnare l’impegnativa ricerca di senso dei giovani”. Perché, raccogliendo l’invito degli Orientamenti pastorali della Cei si possa tendere alla “formazione integrale della persona, facendo maturare le competenze per una comprensione viva del messaggio cristiano e renderne ragione nel contesto odierno”. Da qui il richiamo alla Cattolica sull’“impegno nel rapporto con gli studenti: non solo per i servizi messi a disposizione ma anzitutto per l’attenzione riservata loro”. “È necessario – ha spiegato il card. Tettamanzi – favorire l’incontro degli studenti con i docenti che siano punto di riferimento per la crescita umana, culturale e professionale”. Per questo, ha proseguito, “bisognerà superare un certo anonimato nelle relazioni tra studente e docente e ripensare una più equa distribuzione degli impegni pubblici e privati dei docenti, così che il rapporto educativo sia più disteso e duraturo, quasi un’introduzione alla vita anche dopo la laurea”. È in questa dimensione che rientra il ruolo dei collegi universitari non “semplici residenze” ma “luoghi vivi di formazione e parte integrante dell’attività accademica”.