Un appello a “rivedere tutte le attività pastorali della Chiesa e a ricentrarle sulla vita umana, sulla sua bellezza”. A lanciarlo è stato il card. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia Accademia per la vita, nella “lectio msgistralis” tenuta all’VIII incontro nazionale delle associazioni locali di Scienza % Vita, in corso a Roma sul tema: “Alleati per un’antropologica positiva”. “Dalla Chiesa, e dall’opera della Chiesa – la tesi centrale del cardinale – deve uscire il più e il meglio che si può dare alla vita umana”. “La Chiesa – ha puntualizzato il card. Sgreccia – non può entrare negli aspetti politici, sociali, economici, ma ha molto da dire sul rispetto della vita, sul diritto a vivere, sulla vita come bene umano e divino, intangibile, non negoziabile. Se manca questo, manca una testimonianza, e si diffonde lo sgomento”. Anche tra i cattolici, tra i quali per il relatore “esistono contraddizioni tra quello che la Chiesa chiede sulla vita umana e quello che la gente fa: la Chiesa deve annoverare dolenti defezioni in questo ambito”. “Nella Chiesa c’è bisogno di un’azione pastorale rivolta alla vita”, ha affermato il card. Sgreccia, secondo il quale “la Chiesa deve sintonizzarsi perché l’azione di Cristo si riconosca, si accolga come tale, si possa toccare con mano”. Per “ripensare la pastorale nell’ordine della vita”, ha suggerito il relatore, bisogna tener presenti tre “polarità”: Gesù Risorto, che “va reso vivo e presente nella Chiesa”; il Kairòs, cioè “l’occasione salvifica”, che implica la capacità di “saper cogliere i bisogni emergenti, sia come occasione propizia, sia intermini di urgenza e di emergenza”; la prassi, che in questo ambito è “ancora troppo legata e discontinua”. Sullo sfondo, l’”emergenza educativa” segnalata dal Papa e scelta dai vescovi italiani come tema per questo decennio pastorale. A questo proposito, per il card. Sgreccia, la Chiesa non deve stancarsi di ripetere che “la sessualità è un bene, è un dono di Dio, che va conservato e che va speso associandolo all’amore umano e divino: se non si vince questa battaglia, si perdono anche tutte le altre battaglie culturali”. In altre parole, per il porporato, “la sessualità va rievangelizzata, senza tabù ma anche senza lassismi o radicalità anticristiane”. Per quanto riguarda la prassi, il card. Sgreccia ha concluso la sua prima lezione da cardinale, dopo aver ricevuto la “berretta” il 20 novembre scorso, esortando i presenti a “privilegiare la programmazione a lungo termine, con continuità, senza scoraggiarsi”. L’esempio da seguire è quello di Benedetto XVI, che sabato prossimo aprirà l’Avvento “pensando alla vita che nasce”, con la veglia a S. Pietro.