TESTO DEL MESSAGGIO. “Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai”. Con queste parole della Bibbia, in punta di piedi, come Vescovo e padre di questa diocesi desidero sentirmi vicino a tutti voi giovani presenti nella chiesa di Cuccurano per dire l’ultimo saluto terreno ad Andrea. Un abbraccio alla famiglia di Andrea, alla parrocchia di Cuccurano, al suo Parroco don Marzio e ai sacerdoti presenti. Le mie parole, purtroppo, non potranno
permettere che Andrea ritorni a vivere, giocare, divertirsi con noi. Però una cosa mi ha colpito profondamente di lui, appena ho saputo della notizia e me ne hanno parlato: la sua passione per i Vigili del Fuoco unita ad una sensibilità forte, e nel contempo dolce quasi timida, della sua personalità. Questa è una cosa bella.
Caro Andrea, mi rivolgo a te perché tu possa continuare ad essere quel ponte, quella mano, quell’abbraccio con tanti giovani e parlando a te parlo a tutti voi. Ti ringrazio per averci indicato il servizio come la via maestra per mettersi a disposizione degli altri, pronti in ogni situazione, proprio come i vigili del fuoco. Anche Gesù non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita per tutti noi. Ecco il Natale. La divisa da pompiere è un onore e anche una grande responsabilità. Questa divisa, ora, ci chiedi di indossarla come giovani, adulti, chiesa, società: è la divisa dell’impegno non della fuga, è la divisa del dono verso tutti non dell’egoismo, è la divisa del metterci la faccia non della maschera. Quando suona la sirena della chiamata non ci si chiede che cosa sarà successo, ma si parte con il cuore che dice: “A chi dovrò farmi vicino per donare la mia vita?”.
Cari giovani non spegnete il fuoco che Andrea ha accesso in tutti noi, non spegnetelo con la rabbia, la rassegnazione, la paura. Dando onore al Corpo dei Vigili del Fuoco e un grande grazie ad Andrea vi incoraggio con una immagine a tutti noi nota: prendete in mano l’estintore della speranza per spegnere i tanti fuochi di illusioni che circolano a poco prezzo; l’estintore della fede perché il Signore non è insensibile al dolore di una madre, di un padre, di un gruppo di amici e sa consolare con modi e tempi che si riveleranno nella vita. Vi abbraccio tutti e offro la mia presente sofferenza fisica perché dall’esempio di Andrea tanti giovani scelgano il servizio come ideale di vita per servire l’uomo e Dio Padre. La sirena suona: tocca a noi, ora, a partire!
Vostro
Mons. Armando Trasarti, Vescovo di Fano