La basilica di San Lorenzo in Campo, gremita di fedeli, ha ospitato, domenica 26 gennaio, la Giornata del Ringraziamento organizzata dalla Coldiretti provinciale. All’inizio della Santa Messa, il parroco don Federico, ha ringraziato i presenti, quanti si sono prodigati, con grande impegno, per l’organizzazione di questa giornata e don Gianluigi, assistente provinciale della Coldiretti, ha ricordato l’importanza di questo appuntamento annuale come ringraziamento e lode al Signore.
“Vorrei rivolgermi – ha sottolineato il Vescovo nell’omelia -al mondo della Coldiretti con tre parole care a Papa Francesco: permesso, grazie, scusa. PERMESSO: il mondo contadino ci insegna la non prepotenza davanti alla natura, ovvero la capacità di diventare umili, prudenti e rispettosi verso la natura stessa. GRAZIE: il mondo contadino vive con lo sguardo rivolto al cielo aspettando la pioggia o il calore del sole; e si accorge che molto è programmazione ma il di più è dono. SCUSA: molti disastri naturali cui assistiamo in questi ultimi decenni dipendono o dall’incuria del territorio o dallo sfruttamento insensato ed egoistico; la natura, invece, va amata e rispettata, altrimenti sembra vendicarsi. Queste tre parole – ha proseguito il vescovo Armando – dovremmo riproporle sempre anche nella vita sociale e affettiva. Il mondo agricolo può insegnarci la pedagogia del crescere e fruttificare anche nella vita umana. Dalla potatura, ovvero dall’esigenza di tagliare per dare buoni frutti, dalla pazienza, dal sapere attendere la maturazione dei frutti e dei prodotti. Ma anche la pedagogia della tradizione, del tramandare le cose buone. In tutto questo, vi è racchiuso il tema dell’evangelizzazione.
Quanti messaggi evangelici hanno preso forma tramite la semina, o il biondeggiare delle spighe, o dalla mietitura! E la catechesi mistagogica dell’Eucaristia non è tutta costruita con i segni del pane e del vino?L’augurio a tutti per una sana innovazione e una rinnovata cultura solidale e associata per non disperdere la gioia e la capacità di lavorare per un bene primario e insostituibile, ossia i prodotti della terra”.