"La povertà non è naturale, non è inevitabile". Don Marco Presciutti ha chiuso gli incontri della Scuola di Pace

Ultimo appuntamento dell’annuale Scuola di Pace “Carlo Urbani” al Centro Pastorale sabato 22 febbraio, sul tema “gli impoveriti del mondo”. Roberto Ansuini dell’Associazione Don Paolo Tonucci-Apito ha introdotto l’incontro presentando la figura di don Paolo Tonucci, sacerdote fanese che ha trascorso gran parte della propria vita in missione… in Brasile prima a Salvador di Bahia poi a Camaçari, a fianco delle popolazioni povere del luogo e di cui quest’anno ricorre il 20° anniversario della morte. Ad affrontare il tema della povertà, don Marco Presciutti, sacerdote che in un primo momento avrebbe dovuto affiancare don Paolo in Brasile e che lo ha poi sostituito dopo la sua morte. Ha vissuto dunque direttamente la realtà dei poveri in Brasile, nel mondo.

La scelta della parola “impoveriti” – ci spiega don Marco- per sottolineare che non si sceglie di essere poveri, ma questa condizione di difficoltà ha cause precise che possono essere ricondotte ad una distribuzione iniqua della ricchezza. La povertà non è naturale, non è inevitabile. Le cause della povertà dipendono da noi e spetta noi agire per eliminare queste disuguaglianze. Una riflessione sulla povertà colta nelle sue mille drammatiche sfaccettature -fame, violenza, esclusione, sofferenza- può generare un sentimento di impotenza e questo molte volte ci porta alla rassegnazione, ci sembra proprio impossibile poter cambiare le cose. La nostra civiltà è gravemente malata, ma possiamo ancora rivoluzionarla, lanciarla  verso un’altra dimensione. Basta lasciarci rimettere in discussione, lasciarci convertire dai poveri. I poveri devono abitare quotidianamente il centro del nostro cuore e della Chiesa. Questo tra gli insegnamenti del Concilio Vaticano II fino ad arrivare ad oggi con i gesti e le parole di Papa Francesco: rimettere al centro delle nostre azioni l’attenzione e la cura dei poveri, degli ultimi delle nostre società. Sempre più spesso ci lasciamo purtroppo guidare da un sistema iniquo, che dopo aver sfruttato le persone, crea emarginazione. Si parla di impoveriti poiché si tratta di vittime di questo sistema. Vittime che hanno volti e voci che non possono più essere trascurati. Tanti i temi toccati nell’incontro, dalla destinazione universale dei beni alla campagna mondiale “Dichiariamo illegale la povertà”, dalla globalizzazione dell’indifferenza alla cultura dello scarto.

Guardiamo allora con rinnovato coraggio a tutti quei personaggi che si sono messi dalla parte degli ultimi, anche a costo di andare contro il sistema e dal quale sono stati condannati per le loro lotte scomode. Questa la testimonianza e il ricordo vivo di don Paolo Tonucci, il quale ha saputo vivere la quotidianità con i poveri del Brasile come strumento per far emergere il messaggio del Vangelo.

 

Michela Pagnini
Caritas diocesana