“Nessuna battaglia se non si confida nel trionfo”

Secondo Quaresimale 2014 a San Cristoforo in FanoPer la vicaria di Fano, lunedì 17 marzo si è tenuto il secondo appuntamento con i Quaresimali predicati dal vescovo Armando. Proseguendo l’analisi del libro di Giona (1,3-16), è stata affrontata la vicenda in cui il profeta decide di mettersi in cammino alla volta di Tarsis, “lontano dal Signore”.
Anziché accettare il piano di amore pensato da Dio per i Niniviti, Giona si definisce perdente già in partenza, preferendo piuttosto il proprio orgoglio all’apertura di misericordia a cui è chiamato da Dio. «Prima di nascondersi e finire nel ventre del pesce, Giona come noi si rifugia nel sonno, il quale altro non è che la tendenza a sottrarsi da responsabilità che ci vedono direttamente coinvolti». Con queste parole, il Vescovo ha invitato le tante persone radunatesi per l’occasione nella parrocchia fanese di San Cristoforo a non intraprendere le proprie esperienze con lo stile dei perdenti, così come suggerito dallo stesso Francesco nel brano dell’Evangelii gaudium proposto per la serata (85): «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. – si legge nel documento del Papa – Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo».
«La Chiesa è come Giona, che ha pagato la tariffa per imbarcarsi su una nave che va esattamente nella direzione opposta a quella indicata da Dio», ha detto il vescovo Armando citando un sermone pronunciato nella Westminster Chapel di Londra, sottolineando come spesso le attuali strategie pastorali si concentrino su cose futili, tralasciando le persone a noi vicine che soffrono anche e soprattutto spiritualmente. Il profeta che scappa da Ninive risulta dunque il prototipo di quel popolo di Dio che vuole sentirsi a posto pensando solo a sé stesso e trascurando la sua vera missione. Ma è proprio in questa fuga che scopriamo un Dio maestro di prossimità, che ci aspetta nel momento in cui ci viene chiesta la prova del nostro amore. Un amore che chiede un impegno crescente e, come una candela, è tanto più luminoso quanto più ci consuma.

«La Chiesa d’Europa – ha esortato il Vescovo facendo propri alcuni pensieri di Arturo Paoli – deve essere immersa nella purificazione del “battesimo delle lacrime”, per potersi svegliare dal torpore del sonno della fede», che come in Giona è presente, ma è una fede che è scevra di una radicale compromissione. Di fronte a questo panorama, però, c’è ancora speranza: l’adesione sincera all’invito di Dio la troveremo quando, scoprendo la sua misericordia, vedremo proprio in lui il punto di arrivo della nostra conversione».

Matteo Itri

Audio integrale e testo guida – Secondo Quaresimale Vescovo