Proseguono i Quaresimali del Vescovo incentrati sulla figura di Giona. Lunedì 24 marzo, nella parrocchia di Cuccurano, il Vescovo Armando si è soffermato in particolare sul grido di Giona. “Il grido di Giona è il grido dell’umanità credente e debole. Giona, in pericolo tra le correnti del mare e nella bocca del grosso pesce, ritrova il valore della preghiera e si fa umile e orante, riscopre, dunque, la sua condizione di figlio. Nel solcare l’abisso, luogo di solitudine dove comprendere la propria colpa, Giona recupera il senso vero della sua vita e della sua chiamata. Ha dovuto conoscere, quindi, le tenebre del male per poter risalire alla luce, per vedere nuovamente il volto di Dio che non lo ha mai abbandonato e che ha fatto sì che, dopo tre giorni nelle fauci del grosso pesce, venisse rigettato a terra”. Il Vescovo si è poi soffermato sul significato dell’acqua. “L’acqua del mare, in cui è immerso Giona, richiama, secondo la lettura dei Padri della Chiesa, l’acqua del Battesimo, sacramento che siamo invitati a recuperare come dono da ravvivare”. Il grido di Giona, una volta salvato, diventa canto di ringraziamento e di lode. Giona risale dall’acqua perchè ha trovato nella preghiera la sua ancora di salvezza. “La preghiera – ha sottolineato il Vescovo – richiede umiltà, ci obbliga a scavare in profondità e diventa esperienza di novità di vita”.
In conclusione, il Vescovo, riferendosi sempre al brano del Libro di Giona ha invitato i fedeli a considerare la grandezza della misericordia di Dio che ogni volta sperimentiamo nel sacramento della Riconciliazione e che Papa Francesco ci ricorda nell’Evangelii Gaudium (84): “La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (cfr Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20)”.
Al termine del Quaresimale e in occasione della Giornata di preghiera in memoria dei missionari martiri, sono stati ricordati quanti hanno segnato la storia del secolo scorso e del nostro tempo testimonianza ci illumina e ci invita ad imitarli con la generosità della nostra vita.
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