“Quando Cristo dimora in noi vediamo nascere la Chiesa”

TraettinoÈ iniziata sotto i migliori auspici la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nella serata di martedì 20 gennaio, presso il centro pastorale diocesano di Fano, le commissioni ecumeniche di tutta la metropolia di Pesaro, Fano e Urbino hanno incontrato il pastore evangelico Giovanni Traettino, della Chiesa della riconciliazione e amico personale del Papa. Un evento che ha attirato moltissime persone, anche non appartenenti a particolari movimenti, ma interessate da questo singolare incontro con una persona, quella di Traettino, che si spende da anni affinché un dialogo tra cristiani possa compiere concreti passi avanti.

E la serata si è snodata proprio attorno alla testimonianza dello stesso pastore evangelico, che ha ripercorso il suo cammino dal 1977 ad oggi. Quasi quarant’anni fa, infatti, Giovanni Traettino ricevette il battesimo nello Spirito, circostanza in cui ha percepito una chiara manifestazione di vita e pace, segni della tangibile presenza del Signore. «Chiediamoci se abbiamo avuto un incontro personale con Cristo: è lì che si diventa cristiani. – ha sollecitato il pastore proprio su tale argomento – Quando Cristo viene dentro di noi e dimora in noi, vediamo nascere la Chiesa. Qui oggi stiamo celebrando il fatto di essere cristiani, ovvero che Dio è venuto ad abitare in noi. Nel momento in cui Gesù, da dentro di noi, nasce fra di noi, allora abbiamo la comunione. Così dunque germoglierà il frutto dello Spirito Santo, che è la vita». Parole chiare, dirette e comuni all’esperienza di fede di molti presenti, che hanno vissuto in prima persona la nascita della comunione tra persone a partire da un intenso dialogo interno con Cristo e con i fratelli. Per il pastore Traettino, questa esperienza ha attraversato incontri, predicazioni, visioni, occasioni di dialogo, che hanno messo in moto il pastore sul cammino della riconciliazione. «Tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda», un versetto dell’evangelista Giovanni estremamente caro alla sua predicazione e alla sua missione. In questa sua lunga vita di annuncio, Traettino ha ricordato con commozione alcuni passaggi, come quello in cui, per la prima volta, incontrò il cardinal Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires. Da allora, fra i due, il rapporto si è intensificato e solidificato in gesti estremamente concreti da parte di un caro amico poi divenuto Papa, ma sempre attento al dialogo ecumenico e alla sensibilità dei movimenti carismatici in tal senso.

«Abbiamo a disposizione due “suggeritori”, ma fra questi dobbiamo fare una cesura, una scelta: il primo è l’angelo del passato, che cammina guardando solo indietro, mentre l’altro è l’angelo del futuro, aperto alla novità di Dio. Scelta facile perché sappiamo che è solo aprendoci al futuro che ci apriremo alla promessa di Dio». Così ha concluso il pastore evangelico, prima di citare alcuni emblematici versi dell’arcivescovo salvadoregno Oscar Romero: «Siamo manovali, non capomastri, servitori, non messia. Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene».

Quello che si è respirato durante questo incontro è però stato qualcosa di più di un semplice confronto: lo stesso don Vincenzo Solazzi, delegato diocesano per l’ecumenismo, ha sottolineato come tale evento sarà il capostipite di una serie di rapporti che d’ora in poi dovremo continuare ad alimentare, affinché si possa realizzare il desiderio evangelico dell’unità.

Matteo Itri