Concluso l’anno di Servizio Civile in Caritas per 18 giovani della Diocesi

servizio-civile1Martedì 13 settembre si è concluso l’anno di Servizio Civile in Caritas per 18 giovani della Diocesi. La giornata di saluto e ringraziamento si è tenuta lunedì 12 settembre presso i locali dell’oratorio della parrocchia Gran Madre di Dio in San Lazzaro.
La serata si è aperta con un momento di preghiera, guidato dal direttore Angiolo Farneti. La parola è poi passata a Laura Paolini, responsabile del Servizio Civile, che, a nome di tutti gli operatori e responsabili, ha donato a ogni volontario uno strumento musicale, ricordando che in quest’anno siamo stati tutti parte di un’orchestra che ha creato una bella armonia. Il mandato conclusivo è stato espresso dalla preghiera di San Francesco, in cui si chiede di essere uno strumento nelle Mani sapienti di Dio.
Il tutto è confluito nella convivialità di un pasto consumato insieme, in cui i partecipanti hanno contribuito portando qualcosa. Un video realizzato dai ragazzi è stato il saluto espresso in foto e momenti di questo lungo anno, che hanno portato i volontari a ricordare, con lacrime di  commozione, tutto ciò che è stato fatto ricavandone grandi soddisfazioni. I ragazzi, chiamati a portare un ospite esterno che ha influito nel servizio per condividere la giornata, hanno accolto con responsabilità le parole del Direttore, che li ha invitati a sfruttare la fioritura avuta lungo il corso del servizio e a metterla in gioco in altri aspetti della vita futura, secondo la vocazione di ognuno di noi.
La serata si è conclusa con tanti abbracci e un coro di “arrivederci”.

 

Grazie per questo anno di Crescita, Affetto e Valori

Un anno è passato per noi Volontari del Servizio Civile in Caritas.
È passato così in fretta che possiamo ancora ricordare il 14 settembre 2015, quando siamo entrati in questa grande famiglia pieni di aspettative e voglia di fare.
366 giorni, 1460 ore di servizio dopo, sulle spalle i bagagli carichi di tutto quello che questa esperienza ci ha donato, oggi lasciamo il nostro posto.
Una carta da gioco in mano, per ricordarci che nelle vicende della vita non dobbiamo essere spettatori, ma giocatori attivi, correndo anche il rischio di perdere qualche volta, per uscirne vincitori alla fine.
Uno strumento musicale da far suonare, per sentirci parte dell’orchestra della vita, in cui dobbiamo trovare il nostro posto, il nostro ritmo e fare delle nostre relazioni un’armonia di suoni che rende il mondo più bello.
In tanti lavori chiudi la porta e non ci pensi più, si va avanti. Nel servizio non puoi e non vuoi, rimani parte di un gruppo che, in un solo anno, ti ha cambiato e ti ha fatto crescere, attingendo a doti e capacità che non pensavi nemmeno di possedere. In un lavoro normale molto spesso i tuoi colleghi non diventano tuoi amici, nel servizio, invece, i tuoi colleghi sanno riconoscere molto più di quello che tu dica a parole, vedendo dietro al volto e riconoscendo un cuore che zoppica o che batte più forte del solito.
Abbiamo imparato a mettere in moto mani, gambe, occhi e orecchie, per dedicare un ascolto sincero a chi ne ha bisogno, una strada sicura a chi si sente smarrito, un braccio saldo per rialzare chi è caduto. Siamo stati la finestra aperta sul mondo, quando la finestra degli altri era sprangata, siamo stati il positivo quando il negativo sembrava soffocare tutti.
La fatica la sentiamo, ma è la fatica di un muratore che costruisce una casa attorno ad una famiglia felice, la stanchezza la sentiamo, ma è la stanchezza di chi non si è risparmiato perché crede veramente in ciò che fa.
L’anno diverso che si è aggiunto a tutti gli altri prima, non lo archiviamo, non lo facciamo diventare un file dimenticato sul fondo del cassetto. Riparte tutto da qui, ora che siamo un po’ più consapevoli di noi, di ciò che siamo capaci di fare e di essere.
Un ringraziamento immenso va a tutti coloro che abbiamo incontrato quest’anno: i responsabili del servizio, che sono stati guide irreprensibili e mai stanche, i responsabili del progetto, che hanno riconosciuto in noi la voglia di fare e di “farci”, gli operatori che hanno lavorato in sinergia con noi senza farci mai sentire nuovi o incapaci, i volontari che ci hanno affiancato, gli utenti che si sono fidati, le guide spirituali, il direttore, il Vescovo e tutti coloro che ci hanno formato in questo anno.

Grazie per questo anno di Crescita, Affetto e Valori.

I ragazzi del Servizio Civile 2015-2016